Bollette del gas alle stelle, a Murano chiudono le prime vetrerie
La preoccupazione degli artigiani. De Checchi: «Dramma professionale e umano». Il deputato del Pd Pellicani ha presentato un’interrogazione al ministro Cingolani
Eugenio Pendolini
MURANO. Il rincaro gas miete le prime vittime nel mondo del vetro a Murano. Alcune vetrerie, fa sapere la Confartigianato, hanno già deciso di abbassare la serranda in vista della stangata in arrivo a fine ottobre. Troppo alti i costi previsti, e così dopo mesi di cassa integrazione a causa del Covid il dramma della chiusura torna a fare capolino sull’isola.
Nel frattempo, dopo l’appello delle associazioni di categoria e dei maestri vetrai, la questione è arrivata finalmente sul tavolo del governo. In questi giorni, il deputato Pd Nicola Pellicani ha infatti depositato un’interrogazione rivolta al ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, per chiedere quali interventi urgenti il governo abbia intenzione di mettere in campo per difendere le vetrerie di Murano.
Oltre a una realtà produttiva che conta 650 addetti e oltre 60 fornaci, in ballo c’è infatti un emblema della tradizione veneziana che rappresenta un’eccellenza in tutto il mondo. Il cui destino sembrava essersi risollevato in estate, dopo i difficili mesi di pandemia segnati da mesi di buio e cassa integrazione.
E invece, ora la nuova tempesta che incombe sull’isola arriva proprio dal gas. Dal primo ottobre, il prezzo è schizzato alle stelle, da 0,23 centesimi a 0,90. Un’impennata del 400%.
Per le aziende specializzate nella lavorazione artistica, l’incremento farà schizzare la bolletta da cifre intorno ai 13-15 mila euro al mese fino a superare i 60 mila. Andrà ancora peggio per aziende specializzate in semilavorati, vetro prefuso, bacchette per i maestri. In questi casi, infatti, la produzione industriale impone un numero di fornaci più alte per far fronte alle 6-700 tonnellate di vetro realizzate ogni anno, con un consumo pari a 1, 5 milioni di metri cubi di metano. In questo caso, le perdite stimate per il solo mese di ottobre raggiungono addirittura i 100 mila euro.
Una stangata destinata a pesare soprattutto sulle piccole aziende artigianali energivore: a Murano, infatti, le fornaci devono restare accese 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. «Il gas metano serve alle vetrerie come l’aria per respirare», spiega Pellicani, «è necessario un intervento del governo a sostegno delle 64 aziende muranesi che sono l’espressione di una produzione unica al mondo».
Allargando il ragionamento, è pari a otto milioni di metri cubi l’anno il consumo di metano a Murano per la produzione artigianale. Tradotto in euro: dai due milioni l’anno a 7,5-8 milioni.
Tanto basterebbe per concedere una boccata d’ossigeno alle fornaci dell’isola. L’unica speranza, ora, è di trovare le risorse per sventare una crisi che, secondo la Confartigianato di Venezia e i maestri vetrai, potrebbe rivelarsi addirittura peggiore del Covid. «Il pericolo che si sta correndo», conclude il deputato dem, «è quello di vanificare gli sforzi di rilancio delle attività economiche e del made in Italy.
«Siamo di fronte al dramma, professionale e umano, delle prime chiusure con un trend del gas in continua ascesa e che da inizio gennaio ha toccato il picco del +417%», spiega il direttore della Confartigianato di Venezia, Gianni De Checchi, «a rischio sono soprattutto le aziende più piccole. È positivo che i ministri Cingolani e Giorgetti sembrino essere molto vicini al problema, contiamo di avere a breve risposte concrete».
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