Il tema mafie infiamma i quattro candidati Il confronto è scontro
Fuochi d’artificio al dibattito di martedì al PalaExpomar Tra gli argomenti anche accessi e tassa di soggiorno
Rosario PadovanoCAORLE
Confronto tra i quattro candidati sindaci organizzati da Ascom Confcommercio martedì sera al PalaExpomar, di fronte a più di 400 persone: a incendiare il dibattito è stato l'argomento mafie. I fuochi di artificio ci sono stati alla fine, dopo un confronto dove si è discusso del secondo accesso a Caorle, della destinazione d'uso della tassa di soggiorno, delle difficoltà del mercato ittico, di come fornire più lavoro.
Da una parte Rocco Marchesan, espressione dalla maggioranza uscente, dall'altra Fabio Rossignoli, il candidato retto da Movimento 5 Stelle, Leu Articolo 1 e ambientalisti; Carlo Miollo, candidato sostenuto dalla Lega e da Forza Caorle, e infine Marco Sarto, già sindaco per dieci anni alla guida di una lista trasversale. Rossignoli sulle mafie ha detto che «a Caorle non si può fare finta di nulla, il problema esiste e va affrontato con forza». Miollo ha denunciato che alcune persone, mentre attaccavano manifesti, sono stati minacciati di perdere il lavoro o le forniture. Marchesan ha detto «di questi fatti se ne occupi la magistratura». Mentre Marco Sarto, difendendo le scelte del consiglio comunale che decise per la lottizzazione di Ottava Presa e delle Terme, progetti finiti nel mirino per il coinvolgimento di imprenditori dal passato equivoco, ha evidenziato che nelle ultime feste «hanno vietato le forniture ai locali, favorendo quelle provenienti da fuori». Il riferimento è alla legna procurata per la recente Festa del Pesce. Rocco Marchesan ha risposto: «Sono amareggiato. Il sindaco Luciano Striuli ha avuto 7 avvisi di garanzia, la sua posizione è stata archiviata in tutti e sette i procedimenti».
Ieri in merito erano attese le posizioni delle varie procure che stanno indagando su Caorle, ma nessuna ha ancora preso posizione. Sulle forniture alla recente Festa del Pesce, ieri mattina la maggioranza ha fatto presente che «la manifestazione è gestita da un'associazione che si muove su regole del mercato e che le forniture sono arrivate anche da gente di Caorle». Mentre gli avversari della maggioranza hanno commentato in merito ai guai di Luciano Striuli, candidato nella lista civica di Marchesan. «Sette avvisi di garanzia sono un fatto politico, e l'interessato, cioè il sindaco, avrebbe dovuto in questi anni riferire tutto, in consiglio comunale». Ieri sera il bis del confronto, stavolta su Telepordenone, in una trasmissione condotta dal giornalista Alessio Confroti. —
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