«Venezia, piazza San Marco andrà sotto tutti i giorni. Mose inutile, campi agricoli invasi dal sale»
Lo studio dell’ingegnere Antonio Rusconi: «Se non caleranno i gas serra, conseguenze drammatiche». Dati da record
Alberto Vitucci
VENEZIA. Se i gas serra non diminuiranno, nel 2100 il livello del mare potrebbe aumentare fino a un metro. E nella laguna di Venezia la situazione sarebbe ancora più grave che nel resto del Paese. Con l’acqua alta ogni giorno in Piazza San Marco. Dati da vera emergenza, quelli diffusi nell’ultimo rapporto dell’Ipcc, l’Intergovernmental Panel sul Climate change.
Studi che l’ingegnere Antonio Rusconi, per lungo tempo Segretario dell’Autorità del Bacino del Veneto e membro della commissione di Salvaguardia, ha rielaborato applicandoli alla laguna. Una crescita esponenziale, quella delle maree e del livello medio del mare. «Le proiezioni delle possibili situazioni alla fine del secolo», scrive Rusconi nella sua relazione, «valutate nell’area veneziana e nel territorio lagunare inducono a prevedere, fin da ora, nuove misure di adattamento attraverso il Piano di gestione della Direttiva alluvioni».
Non basterà neppure il Mose, insomma. Che dovrebbe essere sollevato ogni giorno, con chiari effetti di asfissia della laguna e di crisi definitiva per il porto. Occorre prevedere anche misure di difesa per l’entroterra, dove i terreni agricoli rischiano l’allagamento, con la salinizzazione delle falde acquifere e la penetrazione del cuneo salino nelle acque dolci dei fiumi.
I dati sono drammatici. Il livello del mare aumenta negli ultimi annidi 5,61 millimetri l’anno, contro una media di poco più di un millimetro nel secolo e mezzo precedente. Aumenta anche la subsidenza, cioè lo sprofondamento del suolo, 1,9 millimetri l’anno. E i risultati già si vedono. Nell’ultimo decennio, le alte maree eccezionali superiori a 110 centimetri sono state 95, contro le 54 del decennio precedente.
Negli anni Ottanta erano soltanto 27, negli anni Cinquanta 13. Le acque alte disastrose sono in aumento. Il 12 novembre del 2019 la seconda di sempre, 189 centimetri, con i danni e gli allagamenti. Ma ai primi posti ci sono altri eventi concentrati in quella settimana terribile del novembre 2019. «Significa che oltre al livello del mare sono in aumento anche gli eventi meteo estremi», dice Rusconi.
In ogni caso, applicando i livello del mare di oggi agli eventi di marea eccezionale, si capisce come la città sia ancora di più in pericolo. L’acqua alta del 4 novembre 1966 infatti oggi raggiungerebbe a parità di condizioni i 208 centimetri.
Rusconi prende in esame quattro scenari possibili, con la variabile della diminuzione della CO2, da tempo pianificata ma non ancora applicata. Nel caso intermedio, cioè dell’aumento del livello del mare di 40 centimetri, nel 2100 sarebbero ben 633 – due al giorno – i casi di marea superiore agli 80 centimetri. La quota dove San Marco va sotto. «Occorre fare presto», avverte Rusconi.
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