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L’INTRODUZIONE

PERCHÉ SI VA IN BICICLETTA

FABRIZIO BRANCOLI; Direttore Nuova DI Venezia e Mestre
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FABRIZIO BRANCOLI

Perché si va in bicicletta? In linea di massima per due ragioni. La prima ragione è spostarsi: per lavoro (i pendolari a pedali sono in crescita, è un ritorno al passato), per turismo. Spostarsi da un punto a un altro, spostarsi seguendo un circuito immaginario che ti riporta al punto di partenza ma senza ripercorrere la strada che avevi fatto. La seconda ragione è correre: perché si gareggia davvero, oppure senza competizione, ognuno per le sue possibilità. Perché in bici si torna sempre un po’ bambini e ci si mette alla prova. Ecco, il Veneto è una terra sacra per il ciclismo dell’una e dell’altra ragione. La bicicletta è molto. Nell’ordine: trasporto, vacanza, allenamento, gara, memoria e pure industria, visto che il comparto dello sport system registra grandi protagonisti d’impresa, fabbriche di biciclette ma anche di accessori e di ogni bene satellite che orbita attorno a una passione che è, al tempo stesso, mito e razionalità.

Dice Riccardo Magrini, ex professionista e oggi commentatore per le grandi gare su Eurosport, che il Veneto ha soprattutto una dote: la completezza. “C’è tutto. Puoi conoscere un territorio come le tue tasche oppure cambiare percorso ogni giorno, per anni. Mi vengono in mente tanti scenari: le reti viarie della laguna, i tanti saliscendi collinari, la pianura con la gestione delle lunghe percorrenze e naturalmente la sfida leggendaria delle salite dolomitiche. C’è il respiro della grande storia del nostro sport e c’è il gusto di pedalare per il puro piacere, in contesti di meraviglia. Costretto a scegliere, consiglierei di andare sul Montello, a giocare con i ricordi del mondiale del 1985, che fu sfortunato per gli azzurri con il sogno di Moreno Argentin sfumato in una medaglia di bronzo, ma che fu anche bellissimo per la cornice, per il racconto di luoghi straordinari”. Vinse Joop Zoetemelk, dietro arrivò Greg Lemond e poi Argentin. Un ciclismo che era ancora un’epica e una suggestione. Ma che sa rivivere oggi, magari anche solo per ammirare il paesaggio. Sali in bicicletta, ti guardi attorno, parti. E tutto, di nuovo, comincia.

Direttore

Nuova DI Venezia e Mestre

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