In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Camorra a Bibione, gli arrestati non rispondono al giudice e restano in carcere

Anche Pietro D’Antonio si è avvalso della facoltà di restare in silenzio. I difensori: «Comportamento ovvio finché non riusciremo a parlargli»

Christian Seu
1 minuto di lettura

Pietro D'Antonio, l'uomo ritenuto il capo della banda che si sospetta legata alla camorra

 

BIBIONE. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Pietro D’Antonio, 60 anni, originario di Cercola (Napoli) e da tempo residente a Latisana, considerato a capo del gruppo che avrebbe messo in atto sette episodi estorsivi con l’unico obiettivo di mettere le mani sul mercato settimanale del giovedì al Lido del sole, a Bibione.

D’Antonio è comparso nel primo pomeriggio di venerdì 17 settembre in tribunale a Trieste per l’udienza di convalida dell’arresto, disposto dal gip Manila Salvà a seguito del quadro indiziario ricostruito dalla Direzione distrettuale antimafia di Trieste.

L’imprenditore, la cui famiglia di origini napoletane è ritenuta dagli investigatori legata al clan camorristico Sarno-Contini-Licciardi, non ha risposto alle domande del giudice, «a maggior ragione perché – spiegano i legali di D’Antonio, Paolo e Alice Bevilacqua – alla vigilia dell’udienza è stato notificato a tutti i legali delle persone arrestate un decreto che differiva i colloqui difensivi».

Una richiesta, quella del pubblico ministero, che impedirà ai difensori di incontrare fino a domenica sera i propri assistiti. «Di fronte all’impossibilità di conferire con il proprio legale, all’oggettiva difficoltà di appurare la genesi delle accuse mosse e davanti all’eco mediatica che l’inchiesta ha avuto, era difficile pensare di poter rispondere al giudice – aggiungono i legali di D’Antonio –. Consideriamo il differimento dei colloqui con il nostro assistito una grave violazione del diritto di difesa».

Considerate le condizioni di salute del sessantenne campano, i legali hanno chiesto al gip (che si è riservato la decisione) di valutare una misura cautelare meno afflittiva rispetto all’isolamento in carcere al quale D’Antonio è costretto da mercoledì, giorno dell’arresto.

Davanti al giudice sono comparsi anche il figlio di Pietro, Renato D’Antonio (27 anni, residente a San Michele al Tagliamento), e Beniamino D’Antonio, assistiti dall’avvocato Giovanni Seno, e Gennaro e Salvatore Carrano, residenti rispettivamente a Bibione e Latisana, difesi dall’avvocato Emanuele Fragasso jr. Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. —

________________________________________

I commenti dei lettori