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chioggia: l’appello del comitato no gpl

«Ora Punta Colombi torni libera per la città»

e. b. a.
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CHIOGGIA

«Nelle spese dell’impianto Gpl vanno compresi anche i costi dello smantellamento». Lo chiede il comitato No Gpl dopo aver appreso da fonti ministeriali che a breve dovrebbe costituirsi la commissione che andrà a quantificare l’indennizzo per la società Costa Bioenergie previsto dal Decreto Agosto dopo lo stop agli impianti Gpl nei siti Unesco. Il comitato No Gpl da mesi sta chiedendo di conoscere i contenuti dei decreti attuativi previsti dalla legge che dovevano stabilire tempi e modi della liquidazione e dello smantellamento.

«Abbiamo saputo che i gabinetti dei Ministeri competenti stanno interloquendo per la costituzione della commissione di verifica delle spese sostenute per la realizzazione dell’impianto Gpl di Punta Colombi», spiega il presidente del comitato Mario Gianni, «Chiediamo che nel computo delle spese rientri anche lo smantellamento dell’impianto. Pretendiamo che tutta l’area torni libera e disponibile alla città. Ricordiamo che quell’area era stata individuata come nuova sede del mercato ittico all’ingrosso prima dell’arrivo del Gpl. Invitiamo tutti i candidati sindaco e tutti i candidati consiglieri ad adoperarsi in tal senso. Per noi l’intera vicenda si chiuderà davvero solo quando vedremo i tre bomboloni allontanarsi da Chioggia e lo spazio di Punta Colombi tornare sgombro da qualsiasi infrastruttura legata all’impianto». —

e. b. a.

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