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Mense per gli alunni, a Venezia apertura rimandata: per troppe incognite e poco personale

Nelle primarie del Veneziano mancano gli insegnanti. Zennaro, presidente dei dirigenti: «Slittano a fine mese»

Laura Berlinghieri
2 minuti di lettura

VENEZIA. Mancano gli insegnanti, l’attivazione del servizio mensa, nelle scuole primarie del Veneziano (e in alcuni casi anche dell’infanzia), viene posticipato di un paio di settimane, forse più. «Finché non ci sarà un numero congruo di insegnanti per garantirlo» spiega Luigi Zennaro, presidente veneziano dei dirigenti scolastici, spiegando che «la questione, in realtà, si ripete ormai da una decina d’anni». Ma alle carenze di organico, ormai endemiche, quest’anno potrebbe aggiungersi la questione operatori no vax, scheggia impazzita, inedito ostacolo all’avvio dell’anno scolastico.

«Riusciremo a conoscere l’entità del fenomeno soltanto il 13 settembre, all’avvio delle lezioni» spiega Zennaro, che è anche dirigente dell’istituto comprensivo di Camponogara. Proprio nella sua scuola, mercoledì si è presentato un docente privo di Green pass che, per questo, è stato fatto tornare a casa.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) A una settimana dalla prima campanella il 4,3 per cento del personale che lavora negli istituti della regione non è immunizzato]]

E lo stesso è accaduto nell’istituto Barbarigo, a Venezia. «Ho dovuto dire a due operatori che non potevano entrare a scuola, perché non avevano la certificazione verde» spiega Rachele Scandella, preside ancora in attesa di quattro insegnanti su dieci.

Per questo, in un dedalo di incognite, i presidi non se la sono sentita di prendere accordi per l’attivazione del servizio mensa già dal 13 settembre, giorno che vedrà il ritorno degli studenti in aula. Senza considerare che le condizioni delle scuole sono molto diverse. «Alle medie, mi manca un professore su quattro. Alla primaria, la condizione è migliore: attendo il 10% degli insegnanti di posto comune, ma la percentuale è più elevata per il sostegno. Con queste cifre, certo non riuscirei a garantire subito il servizio il tempo pieno e, di conseguenza, il servizio mensa» spiega Luca Antonelli, preside dell’istituto comprensivo Parolari di Zelarino.

«Per il momento, ci siamo accordati con gli altri dirigenti per iniziare dopo un paio di settimane. Ma dovremo attendere i giorni a ridosso del 27 settembre, per capire se sarà effettivamente possibile. Dobbiamo considerare che non ci manca soltanto parte dell’organico docente, ma ci mancano anche diversi collaboratori scolastici. Senza contare che, all’arrivo dei supplenti, dovremo verificare se sono in possesso del Green pass, altrimenti non potranno nemmeno entrare a scuola».

Perché la scuola possa effettivamente iniziare a pieno ritmo è necessario mettere insieme tutte le tessere di un puzzle che non è mai stato tanto complicato. Anche l’istituto comprensivo Giulio Cesare, in via Cappuccina, si trova nella stessa situazione. «Anche noi abbiamo proposto di attivare il servizio mensa dal 27 settembre» spiega la preside Michela Manente, che pochi giorni fa confidava di attendere ancora 12 insegnanti di sostegno su 13. E il servizio sarà attivato solo due settimane dopo l’inizio dell’anno scolastico anche nell’istituto comprensivo Spallanzani di via Cima d’Asta, sempre a Mestre. «La nostra è praticamente una scelta obbligata.

Chi organizza il servizio mensa, necessita di un paio di settimane per prepararsi. Ma noi non possiamo sapere con questo anticipo se, all’avvio dell’anno scolastico, avremo a disposizione un quantitativo di operatori sufficiente a garantire il tempo pieno» spiega ancora Zennaro. «Nella mia scuola primaria, ad esempio, mancano cinque insegnanti “e mezzo”». Nell’istituto comprensivo di Camponogara, il servizio sarà attivato dal 20 settembre all’infanzia e dal 27 alla primaria.

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