Elezioni comunali a Chioggia, il Pd si affida a Lucio Tiozzo, centrodestra compatto con Armelao
Sei candidati a sostituire il sindaco uscente Ferro. I Cinque stelle difendono la poltrona con l’assessore Daniele Stecco
Elisabetta B.Anzoletti
CHIOGGIA. Chioggia torna al voto dopo 64 mesi di amministrazione pentastellata. A contendersi il municipio della sesta città del Veneto e della seconda per importanza a livello provinciale saranno sei candidati sindaci, cinque uomini e una donna, affiancati da undici liste.
Non sarà in corsa l’attuale sindaco Alessandro Ferro che già mesi fa ha chiarito di volersi “riprendere” la propria vita, ma tenterà di passare il testimone all’assessore al Bilancio Daniele Stecco che correrà col M5S e la civica “Chioggia sempre”.
Il centrosinistra non è riuscito a trovare la quadra su un unico candidato per correre unito e quindi l’elettorato di riferimento si troverà a dover scegliere tra Stecco, Lucio Tiozzo, che correrà per il Pd e la civica “Chioggia riparte”, e Roberto Rossi della lista “Energia civica”. Il centrodestra, dopo otto mesi di trattative, scende in campo unito con Mauro Armelao, che ha messo insieme Lega, FI, FdI e la civica “Chioggia protagonista”. Sulla scena altri due candidati, Alessandra Penzo, che correrà con gli ex grillini di “Obbiettivo Chioggia”, e il dj Mirco Righetto per Grande Nord-Rinascere Chioggia.
Questo sarà lo scenario che gli elettori si troveranno davanti nelle schede elettorali del 3 e 4 ottobre, ma per arrivare a questi nomi e a queste liste c’è stato un percorso piuttosto lungo e a tratti travagliato che di fatto comporterà una campagna elettorale ridottissima, appena un mese, e quindi un’intensificazione delle attività di ciascuna squadra e verosimilmente degli attacchi tra competitor.
L’onda lunga delle amministrative è iniziata nell’autunno scorso quando all’interno del M5S di Chioggia sono iniziati i primi fermenti per tentare un’alleanza col Pd. Un possibile matrimonio, spinto dall’alto, che ha creato una frattura netta tra l’anima per così dire purista del partito e chi invece, sulla scia anche di quanto stava accadendo a livello nazionale, lo leggeva come un binomio interessante.
Le tensioni tra le due fazioni si sono acuite talmente tanto che a febbraio cinque consiglieri e l’assessore ai Lavori pubblici Alessandra Penzo hanno presentato le dimissioni in contemporanea sbattendo la porta e annunciando l’idea di dar vita a un’associazione, poi divenuta la lista civica “Obbiettino Chioggia”, per non disperdere le progettualità messe in campo nell’esperienza amministrativa e l’ambizione di poter cambiare le cose.
Dopo la spaccatura formale, il M5S ha avviato un dialogo col Pd, ben evidente anche nei toni più morbidi dell’opposizione dem in Consiglio comunale, per tentare una corsa unitaria alle urne, ma la mediazione non è riuscita fino alla decisione di correre separati, quanto meno al primo turno perché già si è intuito che in caso di ballottaggio “l’amore” potrebbe anche tornare. A quel punto il Pd ha deciso di schierare un nome di peso con un bacino elettorale di riferimento importante.
Lucio Tiozzo, 65 anni, pensionato, sposato, una figlia, è stato presidente di una cooperativa specializzata nella consulenza d'impresa, dal 1992 ha presieduto la Legacoop del Veneto. È stato sindaco di Chioggia dal 1988 al 1991 e per tre volte consigliere regionale. Accanto a lui ci sarà lo stato maggiore del Pd, non ovviamente il gruppo che fa da anni riferimento all’ex sindaco Fortunato Guarnieri con cui ci sono screzi personali di vecchia data.
Sciolto il fidanzamento, il M5S ha invece puntato tutto sull’assessore Daniele Stecco, 44 anni, nato ad Arzignano, ma trasferito a Chioggia per amore. Laureato in Economia e commercio a Ca’ Foscari nel 2003 poi master a Padova, ha lavorato con Euris Europe come project manager. Detiene le deleghe a Bilancio, Tributi, Pesca, Società partecipate, Mercati, Mobilità.
Stecco è uno dei pochi assessori che è riuscito a rimanere in sella per tutta la durata del mandato, senza subire i contraccolpi delle forti turbolenze interne che dal primo giorno hanno contraddistinto la squadra di Ferro. Stecco eredita il bello e il brutto degli ultimi cinque anni, sia in termini di vicissitudini del partito a livello locale che per quelle nazionali. Nemmeno Energia civica, che pur si era seduta inizialmente al tavolo del centrosinistra, è riuscita a trovare la quadra per una corsa unitaria e con mesi di anticipo sugli altri ha lanciato la corsa a sindaco di Roberto Rossi, 66 anni, diploma di artigiano radiotecnico, in pensione, in precedenza tecnico di laboratorio in istituti superiori, ambientalista, è stato l’anima e cuore del comitato No Gpl da cui proviene gran parte della sua squadra.
Il centrodestra, dopo otto mesi di incontri e trattative, ha ufficializzato per ultimo il nome del candidato. Il nome di Mauro Armelao, 48 anni, nato a Borgo Valsugana, è poliziotto dal 1991 e a Chioggia dal 1992; segretario regionale del sindacato Fsp polizia e già assessore alla Sicurezza nel Comune di Spinea una decina di anni fa, è stato fortemente voluto dalla Lega, ma per diverse settimane vi è stato il veto di FdI che per ultima ha confermato la convergenza dopo l’intervento dei coordinatori provinciali e regionali. Accanto ai tre partiti, Lega, FI, FdI, ci sarà una lista civica che strizza l’occhio al mondo degli imprenditori, soprattutto balneari, e all’area di Comunione Liberazione.
Grande Nord- Rinascere Chioggia ha scelto invece di puntare su un uomo di spettacolo, il noto dj Mirco Righetto, 56 anni, imprenditore alla sua prima esperienza politica. Ha tarato il suo programma sui giovani, la movida e la necessità di rivitalizzare il turismo e i centri storici. Accanto a lui l’ex assessore Massimiliano Malaspina.
Infine l’ex assessora Alessandra Penzo, 40 anni, architetto, laureata a Ca’ Foscari, sposata e con due figlie, correrà con gli ex grillini di “Obbiettivo Chioggia”.
I commenti dei lettori