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Venezia, il sindaco: tornelli necessari per fermare gli abusi

Luigi Brugnaro parla della Venezia antica di “terra e di acqua”. E accusa: «Prima di noi l’anarchia, la forza della clava»

Alberto Vitucci
2 minuti di lettura

VENEZIA. L’importanza della terraferma. La meritocrazia. Le regole da rispettare. E la sapienza dei Veneziani. Che non erano solo Veneziani d’acqua, «ma anche quelli venuti da fuori, i ricchi dalla campagna, gli artigiani dal Cadore». E una puntura a chi critica tornelli e prenotazioni. «Prima c’era l’anarchia. Adesso abbiano convinto tutti che è necessario prenotare. Con calma, discutendo, ci doteremo di una strumentazione per impedire a chi non ha diritto di entrare».

Sindaco in versione di “storico”, Luigi Brugnaro ha approfittato ieri 3 settembre della presentazione della grande mostra sui 1600 anni di Venezia per ribadire il suo pensiero.

«Storia lunga 16 secoli. Fatta dai Veneziani, con l’aiuto degli altri». «Venezia anche allora era la perla di una grande area metropolitana». Qualche purista storce il naso. Ma lui insiste. «Qui c’era un ambiente splendido. Venezia aveva la fortuna di attirare i ricchi, gli imprenditori. Qui terra e mare si fondono».

Messaggi che partono dalle sale della mostra per arrivare a oggi. «240 opere su 300 vengono dalla nostra città. E’ motivo di orgoglio. Ci siamo detti perché andare in giro a chiedere prestiti con tutto quello che abbiamo? Anche le maestranze sono nostre». Mostra che racconta, scandisce il sindaco, «la storia di Venezia da tutti i punti di vista».

Le tecniche per desalinizzare l’acqua della laguna, i pali piantati sulle isole. La tecnologìa delle architetture leggere. E la meritocrazia.

«Il figlio del Doge qui non esisteva. Si sceglievano i migliori». Venezia non è solo città che chiede di essere salvata, risponde alla presidente di Save Venice, «è una città potente».

«La forza di Venezia», continua Brugnaro, «è quella della prospettiva. Il rilancio rispetto alle difficoltà. Alle acque alte e alla pandemia».

Il sindaco snocciola gli eventi degli ultimi mesi che hanno fatto «ripartire» la città. Il G20 dell’Economia all’Arsenale, la Biennale e il Salone Nautico. Solo un accenno alle polemiche degli ultimi giorni.

«Guardate questo quadro: il Leone è il simbolo, ma anche la cerniera tra acqua e terraferma. Chi non capisce questo non capisce la complessità della storia veneziana». Che il sindaco invita a guardare «da tutti i punti di vista». Centinaia di eventi in programma. Ma la mostra realizzata dalla Fondazione musei con il contributo di storici ed esperti come Pierluigi Pizzi, è il fiore all’occhiello. Sedici sale degli appartamenti del Doge dove sono sintetizzate le vicende che hanno portato alla Venezia di oggi. Dove i problemi, insiste il sindaco, li stiamo risolvendo. Prima c’era la clava, tutti avevano diritto. Adesso faremo la prenotazione obbligatoria. Senza polemica ma con fermezza. Tolleranza».

«Guardate la battaglia di Lepanto: i Veneziani hanno fermato quelli che non volevano rispettare le regole della civile convivenza, quelli che volevano venire con prepotenza da noi». Ancora: «Siamo accoglienti, e la nostra architettura lo dimostra, con i contributi dei Greci, dei Turchi, dei Tedeschi, degli Albanesi. Ma le regole vanno rispettate».

Catalogo dal titolo «Nascite e Rinascite», con copertina rosso oro. Apre con le foto dei quadri antichi. Ultima pagina per il Mose.

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