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Venezia si spopola, ma perde residenti anche Mestre: il perché del fenomeno

Pesano il costo delle case in centro e questioni di sicurezza. Per questo c’è chi si trasferisce nelle ex periferie di Carpenedo, Cipressina, Chirignago. La nostra inchiesta

Mitia Chiarin
4 minuti di lettura

(fotoservizio Pòrcile) 

 

VENEZIA. Venezia si spopola da anni, il fenomeno è tristemente noto. La sorpresa è che perde abitanti anche Mestre. I dati li ha forniti il consigliere comunale del Pd Emanuele Rosteghin. Ha spiegato in una interrogazione che su base annua, tra 2019 e 2020 la perdita maggiore di residenti si è registrata certamente nella Venezia insulare (-1,8%) ma anche a Mestre Carpenedo (-1,5%) mentre reggono Chirignago e Marghera.

I DATI Un dato utile a capire il fenomeno è quello dei cambi di residenza all’interno del Comune nel corso del 2020.

In tutta la città in un anno si sono contati 4.372 cambi di residenza interni al Comune. Il dato più alto di spostamenti si registra proprio a Mestre centro: 843 le persone venute ad abitare qui. Ma 1.081 sono quelli che sono andati via. In tutta la terraferma su 3.317 immigrati interni, gli emigrati interni sono 3.048 (dato che non tiene conto dell’immigrazione da paesi stranieri che ha altri numeri). Questo vuol dire che all’interno del grande Comune assistiamo ad una migrazione di persone che cambiano casa e indirizzo, senza mai lasciare il Comune.

Simile a quella degli anni Sessanta quando migliaia di veneziani si spostarono ad abitare a Mestre per avvicinarsi a Porto Marghera, grande polo del lavoro oggi in decadenza.

LA SPIEGAZIONE Nella terraferma che perde residenti (erano 179.576 a fine 2019 in terraferma, dato sceso a 177.759 alla fine del 2020), la mobilità interna è alta e condizionata da tantissimi fattori. Anzitutto, il costo delle case. Costano le case a Venezia ma anche a Mestre centro oramai non si scherza.

A Mestre centro (dati del secondo bimestre 2020 dell’Osservatorio immobiliare dell’Agenzia delle Entrate) il valore di un immobile in ottimo stato di conservazione va da duemila a 2.800 euro al metro quadro mentre un affitto va da 9 a 12 euro al metro quadro al mese. E tanti segnalano che non si trova nulla in centro in affitto a meno di 600 euro al mese. A Marghera il costo di un immobile in ottimo stato va da 1.200 a 1.700 euro al metro quadro. Nel centro di Favaro si va da 1.600 a duemila euro al metro quadro.

I dati 2021 di Nomisma indicano a Mestre centro un fermento di vendite di abitazioni: crescono i prezzi degli affitti (+0, 4%) e della compravendita delle case non nuove (+0, 2%). Si compra benissimo il vecchio da ristrutturare, ma ovviamente servono soldi. Acquistare una casa nuova, nonostante il fermento edilizio in città favorito dal bonus 110 per cento per la ristrutturazione energetica, non è però per tutti i portafogli e il mutuo bancario spesso non è sufficiente. Basta guardare gli annunci immobiliari di questi giorni: per un trilocale in via San Pio X ci vogliono 449 mila euro; prendere casa al Manuzio palace in viale San Marco significa sborsare, a seconda delle metrature, da 360 mila a 490 mila euro. La nuova palazzina della 2M, in costruzione nella pedonale via Mestrina, ha gli appartamenti già in vendita, a prezzi da 500 mila a 920 mila euro. E pesano tanti altri fattori: in primis le questioni sociali e di sicurezza, tipiche delle grandi città.

IL DIBATTITO L’iniziativa politica del Partito Democratico per nuovi incentivi per le locazioni contro lo spopolamento di Mestre ha visto un vivace dibattito sulla pagina Facebook della Nuova Venezia con centinaia di commenti. C’è chi, come l’ex consigliere M5s Davide Scano, ritiene che le ricette debbano essere altre: «Occorre rendere Mestre attrattiva, con l'arredo urbano, coi servizi, con nuovi posti di lavoro ed agendo sul commercio (stop supermercati e aiuti fiscali ai piccoli negozi) e sulla sicurezza (abbiamo la nomea di capitale veneta della droga)». Una signora ribatte. «La nomea c’era pure 40 anni fa», scrive. Il problema è che Mestre «è diventata una città morta, priva di attrattiva. In pieno centro i negozi chiudono, la sera non ci sono locali per attirare i (pochi) giovani», dice.

Ma in città ci sono varie nuove aperture. Il comitato Progetto Comune che ha con un sondaggio, partecipatissimo, proposto il riuso della scuola De Amicis come infopoint promozionale di Mestre afferma: «Basta piangerci addosso». Occorre «rendere Mestre attrattiva, moderna, vivibile, sicura, con un progetto per il futuro altrimenti morirà». Tanti lettori puntano il dito sull’effetto svalutativo che si produce in tanti palazzi per l’arrivo di residenti stranieri. La multiculturalità di Mestre per loro motiva la scelta di andare a vivere altrove. Altro tema, sensibile, è quello della insicurezza percepita, con la richiesta di un serio freno allo spaccio di droga. E poi pesa il costo del mattone. «Se un appartamentino costa come una villa fuori dal centro... È ovvio che qualcuno se ne va! Io amo Mestre ma abito in viale Garibaldi, se stessi in via Piave credo che vacillerei», dice una signora. 

LE POLITICHE DEL COMUNE «In autunno usciremo con un nuovo bando di social housing, calato sulla terraferma. Sui dettagli, compreso il numero di abitazioni che metteremo a bando, stiamo lavorando in questi giorni e li comunicheremo presto». L’assessore alle politiche abitative Simone Venturini conferma che dopo settembre anche a Mestre si parlerà di nuovi bandi per il social housing. «Bandi per i giovani su uno schema già sperimentato con successo a Venezia e Murano».

Stessa conferma ci arriva dall’assessore al patrimonio Paola Mar. Proprio agli inizi di agosto i due assessori avevano svolto un sopralluogo, assieme, negli alloggi del centro storico destinati ad affitti in social housing. Nell'ultimo triennio il Comune di Venezia ha emesso 15 bandi per l'assegnazione di appartamenti, ha assegnato 401 alloggi, ha recuperato, rimesso in atto e realizzato per l'utilizzo 417 appartamenti per un investimento complessivo di 20 milioni e 800mila euro. Dal 2015 sono oltre 40 i milioni investiti nella residenzialità per restaurare più di 500 appartamenti tra terraferma e centro storico. All’ex Saffa e in altre zone del centro storico a breve scatterà la fase di assegnazione dopo il bando appena concluso di social housing per giovani e coppie. E in autunno arriverà un nuovo bando pensato per la terraferma. L’unicogrande complesso di abitazioni in social housing della terraferma è quello della Gazzera in via Mattuglie, che coinvolge il nuovo complesso residenziale realizzato da Immobiliare Veneziana. E occorre tornare ad investire in questo settore per dare una risposta a giovani e coppie che cercano un alloggio in affitto al di fuori dal difficile percorso delle assegnazioni Erp.

Nelle graduatorie definitive a marzo 2021 erano presenti 875 richiedenti per Venezia e isole e 1.351 per Mestre, a dimostrazione dell’importante bisogno abitativo che c’è nel Comune di Venezia, dove l’emergenza casa ha radici lontanissime. Dati che emergono da un accesso agli atti del Partito Democratico. A febbraio 2021 risultavano in assegnazione, manutenzione, da recuperare, da ristrutturare o in valutazione ben 1.001 alloggi, mentre a luglio 2020 erano 942. Il rapporto è di un alloggio non disponibile ogni 5 visto che il patrimonio di alloggi gestiti dal Comune è di 5.548 case. Delle mille case non occupate, le sfitte in attesa di recupero erano 543 (69 a Chirignago-Zelarino; 21 a Favaro; 94 a Mestre; 22 al Lido; ben 202 a Marghera e 135 a Venezia). Da settembre attenzione all’allarme sfratti (tre al giorno, dice il sindacato Sunia). Il Comune ha ottenuto dalla Regione la possibilità di aumentare dal 10 al 15 per cento la percentuale di alloggi da assegnare annualmente proprio per fare fronte a queste situazioni. —

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