«La Via del mare serve a tutti ma a queste condizioni»
I distinguo dei sindaci del Veneto orientale: grande convinzione per Zoggia e Nesto chiedono garanzie precise per i loro territori i primi cittadini di San Donà e Meolo
Francesco Macaluso
JESOLO
«Mi chiedo come si possa ignorare l'esigenza della Via del Mare quando mezza Europa vuole raggiungere la nostra costa e paga questo desiderio con ore di coda, inquinamento e tanto disagio». Il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, ribatte a Pd, Cgil e Articolo Uno della provincia di Treviso che, in un documento congiunto presentato alla vigilia dell'apertura delle buste del project financing della grande opera viaria del valore di oltre 200 milioni di euro, definiscono la Via del Mare «solo un ulteriore inutile saccheggio del territorio, destinata ad aver costi altissimi e ad aggravare la viabilità generale con benefici minimi».
Dalla Marca sottolineano tra l'altro che eventuali mancati introiti dai pedaggi ricadrebbero sulle casse pubbliche e che i 7 km per collegare Jesolo a Cavallino in aggiunta ai 20 km originari potrebbero far lievitare il costo dell'opera a 500 milioni di euro. Il tutto alla vigilia dell’apertura delle buste, con le due candidature di prima del 2015: la “Strada del Mare Srl”, imprenditori veneti interessati al progetto fin dal 2000, e il Gruppo Sis che fa capo alla società spagnola Sacer, riconducibile al colosso Repsol. «Mi pare una posizione solo politica lontana dai problemi del territorio» argomenta il sindaco di Jesolo, Zoggia «senza contare che la sezione jesolana del Pd è favorevole alla Via del Mare. A chi contesta che saranno utilizzati soldi privati, rispondo: ben venga, così i soldi pubblici li utilizzeremo per qualcos'altro. Saranno da risolvere problemi di traffico fra la rotonda Picchi e Cavallino che la Regione sta affrontando. Basta non perdere tempo. L'opera favorirebbe anche Eraclea».
«Evitare code, rallentamenti, e rendere fluido il traffico, con la divisione delle corsie» ritiene invece la sindaca di Cavallino-Treporti, Roberta Nesto «diminuisce l’inquinamento e tutela l'ambiente. Oltre a ciò sono necessarie infrastrutture così per mantenere il turismo della costa che rappresenta un Pil importante per la Regione oltre che per i territori stessi. Se un ospite ci mette meno arrivare dalla Germania fino a Mestre o a Treviso e dopo impiega più tempo per arrivare alle spiagge, la volta dopo cambia meta. È importante per il lavoro e per i lavoratori, per le imprese».
«Rimane una priorità risolvere il problema del collegamento fra l'entroterra e la costa. Buona parte del turismo straniero utilizza infatti i caselli di San Donà e di Meolo per raggiungere le località balneari» analizza il sindaco di San Donà, Andrea Cereser «è una gara che è nata nel mondo di prima, che quindi dovrà fare i conti con la sostenibilità di un contesto cambiato. Vedremo come andrà a finire. Ritengo che non ci siano gli elementi di interesse confermati dai proponenti e mi preoccupa l'ipotesi di pedaggio, non solo perché privatizza in parte una strada statale costruita con i soldi di tutti e per tutti, ma anche perché c'è il rischio che una parte del traffico si riversi sulla attuale viabilità rurale. Rimango scettico inoltre se non si risolverà il problema fra Jesolo e Cavallino-Treporti che ci farebbe risparmiare un quarto d'ora grazie all'autostrada del mare per poi farci perdere almeno lo stesso tempo in coda all'uscita del casello».
«Sono fiducioso che il nodo della Via Del Mare verrà risolto ascoltando le esigenze dei comuni dell’entroterra» conclude Daniele Pavan, sindaco di Meolo «il principale problema per Meolo consiste nel traffico indiretto. Va studiata meglio la posizione del casello di ingresso per chi proviene da Treviso portandolo più a valle all'altezza della rotatoria della Fossetta, in modo che le auto che non vogliono entrare in autostrada non vadano ad ingorgare le nostre strade comunali come accadeva col semaforo in Treviso Mare». —
Francesco Macaluso
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