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«Niente è pronto su quei progetti c’è la Via ambientale»

Le critiche del mondo ambientalista espresse dai docenti Boato e Zitelli

E.T.
1 minuto di lettura

Le Reazioni

Perplessità e dubbi dal modo ambientalista sulla effettiva applicabilità del nuovo Decreto Grandi Navi alla realizzazione dei nuovi approdi provvisori per la croceristica a Marghera e sui tempi di realizzazione.

«Per la soluzione indicata a Marghera - osserva la professoressa Andreina Zitelli, consulente del Ministero dell’Ambiente - rimangono i dati di fatto : nulla è pronto, i progetti a livello di progetto di fattibilità devono essere presentati alla Via (Valutazione d’impatto ambientale) e le Varianti, approvate dal Commissario, devono essere presentate alla VAS (Valutazione ambientale strategica) in un nuovo Piano Regolatore Portuale. La destinazione di Marghera a Polo crocieristico e la rotta per il Canale dei Petroli rappresenta nei fatti una variante strutturale al Piano Regolatore Portuale vigente. Non penso sia mai stata intenzione del Governo sottrarsi all’applicazione delle normative nazionali Va inoltre dimostrata e ottenuta la dichiarazione di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente ora della transizione ecologica. Ministero che non ha sottoscritto con il Ministro Cingolani i due decreti legge 45 e 103».

«È incredibile che con un emendamento proposto dal Pd» osserva il professor Stefano Boato, urbanista dell’Ecoistituto Veneto «si consenta al commissario straordinario Di Blasio di approvare progetti in variante al Piano regolatore portuale, per interventi che dovrebbero essere oltretutto di carattere temporaneo, come i terminal provvisori previsti a Marghera. Una cosa simile non si era mai vista in Italia, resa possibile tra un accordo di vertice tra Pd, lega e Forza Italia su questi temi. C’è l’evidente tentativo di trasformare i singoli interventi temporanei, come quelli previsti a Marghera, in definitivi, allargando anche le aree ad essi riservati fino alla darsena di San Leonardo e insistendo in generale su zone vicine a quell’area dei Pili di proprietà di una società del sindaco Luigi Brugnaro. Questo in una situazione nella quale l’Autorità portuale, unica in Italia, dalla legge dei porti del 1994 non ha ancora provveduto a rielaborare il Piano del Porto approvato nel 1965 per la terza zona industriale (piano bloccato, dopo l’alluvione del 1966, dalla Legge Speciale del 1973 votata all’unanimità) e mentre l’Autorità è in attesa di una revisione strategica complessiva anche a seguito del concorso di idee appena avviato per la realizzazione di un nuovo terminal in mare. —





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