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Venezia è tutta un cantiere, il settore edile cresce

Il presidente Giovanni Salmistrari: «Ma ci sono anche fenomeni negativi come l’improvviso aumento delle materie prime»

eugenio pendolini
1 minuto di lettura

VENEZIA. Dopo un 2020 annus horribilis, il comparto edile del Veneziano intravvede la luce in fondo al tunnel. Merito in larga parte di bonus come il 110% o quello legato al rifacimento delle facciate: la proiezione per il 2021 fa segnare un ritorno ai valori del 2019. Vale per il numero di imprese (che nel 2020 erano calate del 4,4%) e di operai (-10,2% nel 2020 rispetto all’anno precedente).

Sono i numeri forniti dall’Ance-Associazione costruttori edili nel corso dell’assemblea generale organizzata ieri nella scuola grande di San Giovanni Evangelista. La conferma che la ripresa sia vicina arriva da Giovanni Salmistrari, presidente Ance Venezia: «In questi ultimi due mesi, con i dati sulla pandemia in netto miglioramento nel nostro Paese, con la progressiva riduzione delle restrizioni sanitarie e il lento riavvio di molte attività costrette alla sospensione, all’orizzonte si sta profilando una ripresa che si annuncia sostenuta ed una crescita fino a poco tempo fa assolutamente impensabile».

Problema non di poco conto riguarda però il rincaro dei materiali, oltre alla difficoltà di approvvigionamento: «Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati dal fenomeno degli aumenti, eccezionali, improvvisi ed incontrollati dei prezzi di alcune materie prime e dei prodotti da queste derivati», aggiunge Salmistrari, «una situazione che ha comportato una drammatica alterazione degli equilibri, sia nei contratti in corso, sia in quelli in corso di assunzione, con conseguenti enormi problemi per le imprese esecutrici, sia nei lavori pubblici che nei lavori privati. Il tutto in assenza di una norma che consenta la revisione del prezzo o comunque meccanismi di compensazione di quegli aumenti».

Sul punto, Ance a livello nazionale si era detta pronta a stoppare i cantieri per 24 ore: protesta in stand by in attesa di capire se arriveranno garanzie dal governo sulla possibilità di ottenere ristori adeguati.

Nel mercato immobiliare a spiccare è la forte contrazione delle compravendite ad uso abitativo nel 2020 rispetto al 2019: nel comune di Venezia è stato registrato un -18% (-5,6% a livello provinciale).

«Le cause», spiega Salmistrari, «sono legate alla contrazione del credito fornito dalle banche e un mercato che si è spostato sempre più verso le ristrutturazioni rispetto all’acquisto». Tra i temi di stretta attualità, anche la questione del rinnovo del contratto provinciale edilizia industria di Venezia. Proprio ieri, FenealUil, FilcaCisl, FilleaCgil si sono scagliate contro Ance ritenendo «inaccettabile» il mancato avvio di un confronto per arrivare a una nuova firma. Sul punto, ecco la risposta dell’associazione veneziana: «Il vero tema», le parole di Salmistrari, «riguarda il costo del lavoro. Serve alzare la quota di detassazione e detrazione». Infine, un passaggio sul futuro di Venezia e della residenzialità: «Il problema riguarda il lavoro qualificato, che deve tornare protagonista in città».  

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