Chiusa la Croce Rossa ora i giovani profughi vivono in piazza Brescia
Giovanni Cagnassi
JESOLO. Piazza Brescia ancora nell’occhio del ciclone per la presenza costante di extracomunitari e venditori abusivi che quest’anno si contano in quantità in questo tratto del lido. È la nuova zona “calda” e bersaglio di critiche quotidiane di residenti, commercianti e anche turisti. Dagli accertamenti è risultato che sono per la maggior parte persone sotto protezione internazionale, profughi e giovani fuggiti da Paesi colpiti da guerre e carestie.
Il numero può però variare, di solito sono una ventina. Chiusa la sede della Croce Rossa dopo le polemiche degli anni scorsi, quando erano stati ospitati oltre 100 profughi con tanti problemi, proteste, scontri e anche contagi per il Covid, la struttura di via Levantina è stata esclusa dai programmi di accoglienza internazionale, destinata a quanto pare a nuove iniziative e corsi specifici in ambito umanitario.
Sarà un centro di riferimento europeo per la formazione, almeno per il momento e se non ci saranno nuove direttive, anche perché non sarà più nel piano di dismissione nazionale né finirà all’asta per diventare un centro termale o un resort come paventato. Ecco spiegato perché, con tutta probabilità, molti dei profughi che ora sono presenti al lido si siano ritrovati in piazza Brescia, eletta a nuova zona di riferimento per questi ragazzi che non hanno altri luoghi per poter vivere e sono arrivati al lido all’inizio della stagione.
Poco lontano da piazza Brescia c’è una villa chiusa da anni che dovrà essere abbattuta per poi procedere alla riqualificazione, come già avvenuto in questa parte del lido. Ma intanto l’area è diventata dimora di questi ragazzi che vi hanno anche installato delle tende. Vendono braccialetti e altri oggetti, sollevando le proteste di molti cittadini e turisti che li ritengono eccessivamente pressanti.
«Non riusciamo a capire cosa stia accadendo», ha commentato Daniele Bison, leader della lista civica Jesolo, «perché questi extracomunitari sono troppo insistenti, al limite della tolleranza, se non anche oltre. E commettono sostanzialmente infrazioni di vario tipo, intanto perché vendono abusivamente e occupano anche zone di proprietà privata. Solo per questo dovrebbero essere privati della protezione internazionale di cui godono e di cui si fanno evidentemente scudo».
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