Inceneritore di Fusina nessuna sospensiva al Tar contenti gli ambientalisti
Luca Cirese
MESTRE. Si è conclusa l’udienza in cui il Tar Veneto, a seguito del ricorso dei comitati locali, si è espresso sull’ampliamento dell’inceneritore di Fusina. La sentenza verrà resa nota insieme alle motivazioni nei prossimi mesi; nonostante la richiesta di rinvio di Veritas Spa e della Regione Veneto, prosegue dunque il contrasto giudiziario tra azienda locale e comitati: se la prima aspetta la sentenza per commentare, i secondi esprimono soddisfazione e promettono che se la sentenza sarà a loro favorevole non si fermeranno certamente qui.
Il progetto voluto da Veritas Spa prevede un aggiornamento della tecnologia alla scopo di recuperare energia grazie all’utilizzo del Css, combustibile solido secondare ottenuto dal 15% del rifiuto secco residuo non riciclabile prodotto dalla Città metropolitana di Venezia e dal Comune di Mogliano Veneto in provincia di Treviso: secondo l’azienda, si permetterebbe così di ridurre i costi dello smaltimento dei rifiuti e di produrre energia per l’auto-funzionamento dell’impianto, dal momento che oggi la centrale di termovalizzazione di Enel a Porto Marghera non riesce più ad utilizzarle le decine di migliaia di tonnellate di Css che vengono prodotte.
Se dal punto di vista ambientale, il progetto ha già ricevuto parere positivo nel maggio 2020 dalla Regione Veneto, che ha rilasciato il Valutazione di Impatto Ambientale (Via), si tratta di una “patente ecologica” che viene però ritenuta del tutto insufficiente da Medicina Democratica, Comitato Opzione Zero, l’Associazione Progetto Nascere Meglio di Mestre che alla fine dell’anno scorso hanno depositato il ricorso al Tar, chiedendo che il tribunale regionale si esprima sui rischi ambientali e sanitari del progetto.
Oggi che il loro ricorso procede esprimono soddisfazione e sperano che l’esito arrivi in tempi: «Il mancato rinvio significa che il ricorso è stato accettato, nonostante la richiesta di Veritas e della Regione Veneto contro la quale ci siamo da subito opposti – commenta Mattia Donadel che per le realtà firmatarie sta seguendo l’iter giudiziario – riteniamo molto positivo che il Tar non l’abbia accettata, come è stato importante il fatto già aveva accolto la nostra richiesta di esprimersi in tempi brevi».
«Ora attendiamo l’esito: ma se la sentenza non dovesse andare nella direzione che speriamo, ci rivolgeremo al Consiglio di Stato», conclude l’esponente dei comitati.
Dopo aver circondato la sede di Veritas alla fine di aprile grazie aun’iniziativa lanciata da decine di realtà locali che hanno coinvolto circa 200 persone, prosegue così la lotta dei comitati locali che chiedono di non realizzare l’ampliamento ma di rispettare il principio di precauzione e di seguire le direttive europee che in ambito di rifiuti ci chiedono di investire nelle tre R, riuso, riciclo e riduzione.
Come detto, da parte di Veritas, ieri, nessun commento alla decisione del Tar.
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