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Benno Albrecht, 64 anni, è il nuovo rettore dell’Università Iuav

Si è imposto su Laura Fregolent, trevigiana, ordinaria di Tecnica e pianificazione urbanistica, già nella prima giornata di voto

3 minuti di lettura

VENEZIA. Benno Albrecht, 64 anni, bresciano, professore ordinario di Composizione architettonica e urbana e direttore della scuola di dottorato, è il nuovo rettore dello Iuav. Sostituisce Alberto Ferlenga e resterà in carica per i prossimi sei anni.

Albrecht si è imposto su Laura Fregolent, trevigiana, ordinaria di Tecnica e pianificazione urbanistica, nella prima giornata di voto, al secondo scrutinio, con 107 preferenze contro le 93 dell’avversaria. Al primo scrutinio, Albrecht era già in vantaggio 98-92.

Hanno espresso il loro voto 149 docenti (su 150 tra ordinari, associati e ricercatori, con una percentuale del 99,3%), 19 su 20 rappresentanti del Senato degli studenti, 189 tecnici amministrativi (con una percentuale del 78.09%, equivalenti a 35 voti).

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Laura Fregolent e Benno Albrecht per il dopo Ferlenga: il 23 e 24 giugno si sceglie che dirigerà lo Iuav per i prossimi 6 anni]]

Per Albrecht Iuav ha due caratteristiche: la capacità predittiva e il bagaglio di conoscenze: una serve per guardare al futuro e l’altra per attingere alle giuste modalità per farlo. Nel programma il progetto è spesso paragonato al sestante, uno strumento che dà la possibilità di capire dove si trova l’ateneo e dove può andare.

LE PRIME DICHIARAZIONI

Albrecht, neo-rettore Iuav: avanti col programma, abbiamo tempo ed energie

IL CURRICULUM

Benno Albrecht è nato a Caracas, Venezuela, da famiglia triestina. Si è laureato allo Iuav con Vittorio de Feo e ha lavorato con Vittorio Gregotti e Leonardo Benevolo.

Ha ricevuto premi di architettura per le opere e per i progetti realizzati, e ha vinto concorsi di progettazione nazionali e internazionali. Ha collaborato alla redazione di numerosi piani regolatori, tra cui quello vigente di Venezia.

Ha tenuto conferenze e insegnato in università e centri di ricerca tra Europa, Asia, Africa e Americhe. Ha curato mostre alla Triennale di Milano, esportate anche all’estero.

È professore ordinario di composizione architettonica e urbana all’Università Iuav di Venezia. Ha fondato e diretto la laurea magistrale di architettura per la sostenibilità, primo insegnamento dedicato alla sostenibilità in Italia e tra i primi in Europa. Ha partecipato alla prima edizione di WAVe, Workshop di Architettura a Venezia, riformato i Master e la Scuola di Dottorato e inventato, assieme ad Alberto Ferlenga, il format di Iuav Abroad. È Direttore della Scuola di Dottorato e co-direttore di EPIC Earth and Polis Research Center.

È stato il Principal Investigator di progetti di ricerca per diverse organizzazioni internazionali: World Bank - Banca Mondiale per la Ricostruzione, UN ESCWA - Commissione economica e sociale per l’Asia occidentale, UNDP - Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo. Le sue principali aree di progetto e ricerca sono la sostenibilità e il patrimonio urbano. Dopo la guerra in Siria, ha condotto ricerche multidisciplinari sulla ricostruzione urbana e sociale nei paesi dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente.
Ha elaborato circa 260 prodotti di ricerca.

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L’INTERVISTA

Professor Albrecht, come mai ha deciso di candidarsi a rettoredi Iuav?
«Mi è stato chiesto da più parti, anche perché ho partecipato in prima persona, anche come direttore della Scuola di dottorato, alla gestione di questi anni portata avanti dal rettore attuale Alberto Ferlenga e punto perciò ad assicurare una linea di continuità, pur con le modifiche e le innovazioni che si renderanno naturalmente necessarie».

Ha già elaborato il suo programma?
«Ho già avuto degli incontri preparatori e sto predisponendone le linee-guida, ma c’è tempo fino al 28 maggio per depositarlo e voglio poi esporlo in anteprima all’assemblea di ateneo».

Come vede il futuro di Iuav in un momento che, ancora in piena emergenza coronavirus, non si presenta facile per gli atenei e per Venezia?
«Credo che il nostro ateneo abbia molte possibilità di intercettare il cambiamento in atto e di farsene protagonista. Trovo molto importante ad esempio che Iuav, con Ca’ Foscari e altri soggetti, si sia appena candidato per il progetto New European Bauhaus, lanciato direttamente dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen per progettare nuovi modi di vivere nelle città e nei territori del futuro, con l’obiettivo di ospitare a Venezia una delle cinque sedi dell’iniziativa».

Venezia, “orfana” della monocultura turistica, attraversa un momento molto difficile e le università e gli istituti di ricerca sono spesso indicati come una possibile alternativa per un nuovo modello di sviluppo della città. Lei ci crede?
«Assolutamente sì. Conosco la città, dove ho anche vissuto e sono convinto che abbia tutte le potenzialità per un nuovo modello di sviluppo. È la città che ha anticipato il modello di repubblica, che per prima ha affrontato il problema del restauro quando altrove si continuava a distruggere e che ora può essere un punto di riferimento internazionale per i problemi che riguardano la sostenibilità ambientale e in generale i cambiamenti climatici. Per questo sono ottimista sul suo futuro».

Questo passa anche attraverso una sempre maggiore internalizzazione dei suoi atenei e dei suoi istituti di ricerca?
«È un aspetto essenziale. Ad esempio per Iuav in questi anni con Ferlenga abbiamo sviluppato lo Iuav Academics Abroad, che è una rete di ex laureati Iuav che ora hanno posizioni accademiche all’estero, per la condivisione di esperienza di ricerca e didattica nel mondo. La cosa impressionante è che sono più numerosi i docenti provenienti da Iuav che insegnano in università estere, rispetto ai docenti attuali che abbiamo qui a Venezia. Ma c’è anche un forte attaccamento rimasto nei confronti di questo ateneo, che lascia perciò la possibilità di ampi margini di collaborazione». —

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