Mose, sbloccati i pagamenti per le piccole imprese
Vertice tra Miani, Zincone e le aziende. Pressing romano per liquidare i debiti. Report e le consulenze, il liquidatore convoca i dipendenti. «Sanzioni a chi parla»
Alberto Vitucci
VENEZIA. Le piccole imprese del Mose che avanzano soldi dal Consorzio saranno pagate. Un’intesa di massima è stata raggiunta tra il liquidatore e il Provveditorato. Per mettere in salvo intanto le imprese che stanno lavorando al Mose. Che con il taglio dei crediti, come annunciato qualche settimana fa dal commissario liquidatore, rischiavano il fallimento. Si dice ci siano stato un input romano e una sollecitazione di alcuni ministri veneziani dietro all’inattesa riunione convocata il primo giugno da Miani e Zincone.
Dopo il vertice in Prefettura di dieci giorni fa, a cui aveva partecipato anche il ministro Renato Brunetta, le cose sono un po’ cambiate. E la procedura di “ristrutturazione del debito” ha subito un rallentamento. Si dovrà salvare il Consorzio. Ma non affondare le piccole imprese. Moderata soddisfazione da parte dei partecipanti al vertice, in prima fila il presidente dell’Ance veneziano Giovanni Salmistrari e il presidente di Kostruttiva Devis Rizzo. Il Consorzio ha chiesto che contestualmente si riprendano i lavori alle bocche. E su questo si sta trattando.
L’accelerazione è venuta anche dopo la trasmissione Report su Raitre, dedicata al Mose e ai ritardi nei lavori. Immagini choccanti, che hanno fatto vedere all’Italia gli impianti incompleti e arrugginiti, i cantieri fermi e senza operai.
E i ritardi che si accumulano. Per la conclusione dei lavori del Mose, che dovrà slittare rispetto alla data annunciata del 31 dicembre 2021. E per l’avvio dei lavori di difesa locale della Basilica e di piazza San Marco. Anche qui la situazione debitoria denunciata dal Consorzio ha convinto il Provveditorato ad avviare una gara. «Si concluderà entro due mesi», dice Zincone, «speriamo di finire in tempo per l’autunno».
Grande scalpore anche per la pubblicazione delle consulenze affidata da Miani allo studio dell’ avvocato Ambrosini, specialista in fallimenti, indagato dalla Finanza per una vicenda di imprese in Piemonte.
Miani è andato su tutte le furie per la pubblicazione dei compensi resa nota dal ministero – oltre 200 mila euro le fatture di acconto già pagate al professionista – e ha convocato ieri mattina una riunione straordinaria con tutti id pendenti del Consorzio. Minacciando sanzioni a chi farà filtrare notizie all’esterno.
Intanto si ragiona sulle procedure in corso. Se la ristrutturazione del debito non dovesse andare in porto per l’opposizione delle imprese, si passerebbe al concordato. Procedure che potrebbero costare intorno ai 5 milioni di euro. Si lavora anche per riprendere l’attività della manutenzione. Nei prossimi giorni il Cipe potrebbe sbloccare i 538 milioni di minori interessi maturati per i mutui della Bei, quando il Consorzio poteva godere di prestiti con gli interessi pagati dallo Stato.
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