In rosso il bilancio della Procuratoria di San Marco “salvata” da Roma
Chiuso con un passivo di 220 mila euro, ma senza oltre 2 milioni di ristori, conti disastrosi per Covid e acque alte. Il ripiano da parte dei Ministero dei beni culturali
ENRICO TANTUCCI
VENEZIA. «Solo grazie a quanto ricevuto, verso la fine dell’anno 2020, il risultato di bilancio non è stato disastroso e si è riusciti a chiudere il consuntivo con un disavanzo di esercizio contenuto».
Si conclude così la relazione al bilancio consuntivo 2020 della Procuratoria di San Marco che dà conto di tutte le difficoltà legate all’anno appena trascorso tra emergenza Covid e i danni provocati dalle ripetute acque altre che flagellano la Basilica - ancora in attesa delle famose barriere protettive -come più volte denunciato dal primo procuratore marciano Carlo Alberto Tesserin.
Il bilancio dell’anno scorso si è infatti chiuso con un disavanzo di gestione di poco superiore ai 220 mila euro, contro i circa 80 mila euro di attivo dell’anno precedente. Le entrate da attività commerciali legate anche ai biglietti d’ingresso al polo museale marciano che nel 2019 registravano un utile di quasi un milione e 700 mila euro, nel 2020 sono invece in passivo per circa 65 mila euro per l’interruzione dell’attività.

Dai circa 9,5 milioni di proventi complessivi del 2019 relativi alla gestione dei complessi monumentali marciani, si è scesi infatti lo scorso anno a circa 3,4 milioni di euro. Considerando anche i costi ingenti degli interventi di restauro e manutenzione che ormai in Basilica sono continui, determinanti per tenere in equilibrio il bilancio della Procuratoria sono stati in particolare i circa 2,1 milioni di euro erogati dal Ministero dei Beni Culturali proprio sotto forma di ristori per i mancati introiti.
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Senza di esso - a cui si aggiungono i circa 475 mila euro erogati dalla Regione - il passivo contenuto del bilancio 2020 sarebbe evidentemente diventato una voragine. Nel 2020 ingente è stato il programma di interventi di restauro per rimediare ai guasti provocati in Basilica dall’acqua alta del 12 novembre 2019, che aveva invaso per un’altezza di 120 centimetri il Nartece, il Battistero e la Cappella Zen, allagando completamente la pavimentazione interna di San Marco.
I danni maggiori hanno riguardato proprio i mosaici pavimentali, tra cui quelli ai due pavoni medievali vicino alla porta del Battistero. Nell’anno in corso sono previsti i restauri della cupola del Coro, il consolidamento della volta contigua al grande rosone presente sulla testata sud del transetto e soprattutto le opere di difesa dalle invasioni di maree dell’area compresa tra il Rio della Canonica e l’abside della basilica marciana. La speranza è che già quest’estate, come promesso, i lavori di difesa con le barriere di cristallo possano prendere il via per non affrontare un altro autunno e inverno in condizioni di emergenza.
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