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Il Salone Nautico di Venezia raddoppia: 160 espositori, 220 barche

Per nove giorni, dal 29 maggio fino al 6 giugno, l’Arsenale ospita il meglio della cantieristica: dai super yacht fino alle barche non inquinanti. Le tendenze nel nostro speciale

Eugenio Pendolini
4 minuti di lettura

VENEZIA. Nove giorni di “full immersion” per gli appassionati del mare. Si parte con il Salone Nautico di Venezia, promosso dal Comune di e realizzato da Vela in collaborazione con la Marina Militare.

Da oggi fino al prossimo 6 giugno gli spazi storici dell’Arsenale ospiteranno il meglio della cantieristica navale italiana: barche da diporto, da lavoro, di servizio, motori a impatto zero, ma anche super yacht di lusso e barche a vela. E dopo lo stop imposto nel 2020 dalla pandemia, la seconda edizione del Salone raddoppia rispetto all’esordio del 2019. È infatti previsto l’arrivo di 220 imbarcazioni e 160 espositori. Tutto ospitato dentro l’Arsenale, con un bacino acqueo di 50 mila metri quadri e 6 mila metri di padiglioni.

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La mappa. Entrando dall’ingresso del Padiglione delle Navi, il piazzale della Campanella ospiterà le istituzioni militari e civili, e le loro imbarcazioni. L’area E-Village darà invece spazio alle stazioni di ricarica elettrica e alla E-Regatta, che comporranno la sezione speciale del Salone, dedicata alla nautica sostenibile.

Il lato nord del pontone P3 ospiterà le imbarcazioni motoryacht di minori dimensioni; il lato sud le imbarcazioni da lavoro. Nel lato nord del pontone P2 ci saranno quelle elettriche, mentre nel lato sud gommoni e motor yacht. Il P1 sarà invece dedicato alle barche a vela. In testa, il celebre Moro di Venezia.

La Marine Edutainment Area (Area Scali), a pochi metri dal sottomarino Dandolo, sarà invece riservata alle prove in acqua di voga alla veneta, di vela e vela al terzo, canoe, voga per bambini ed escursioni in gondola. Il Main Riviera, con le banchine Levante e Ponente, dedicato ai super yacht di lusso. Gli incontri e i convegni nella Torre Porta Nuova. E, per finire, nell’area Mare Laguna, le imbarcazioni sotto i dieci metri. (Eugenio Pendolini)

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Cantieri navali made in Italy, crescita continua

La cantieristica italiana resiste alla crisi determinata dal Covid: nel 2020 il settore registra un aumento del fatturato (+9,9%) e dell’export (+12,6%). Con oltre 1.300 imprese, la cantieristica navale e nautica italiana, si attesta settore di punta dell’eccellenza Made in Italy. I dati sono forniti dal forum organizzato da UniCredit, in partnership con Confindustria Nautica, Prometeia e Infomest Consulting.

Sul fronte navale, l’Italia è il quinto player mondiale e secondo europeo dietro alla Germania. In una classifica dominata dai giganti asiatici, le imprese italiane della nautica salgono sul podio degli esportatori, seconde sole a quelle olandesi, grazie alle vendite all’estero che nel corso del 2020 sono state superiori ai due miliardi di euro.

Non è stato però l’unico anno in cui la cantieristica italiana ha registrato risultati positivi: dal 2010 al 2019 il valore del fatturato è aumentato di 2,3 volte (contro una media dell’1,3 della manifattura), facendo registrare incrementi record in tutti i comparti: +133% nella produzione di entrobordo, +105% in quella di barche a vela, +76% in quella di fuoribordo (motoscafi e gommoni a chiglia rigida).

Come in molti altri settori di punta del Made in Italy, anche per la nautica è cruciale il ruolo dei distretti di specializzazione, in particolare quelli dell’Alto Tirreno (da Genova a Livorno), dell’Alto Adriatico (da Trieste ad Ancona) e della Lombardia, territori dove la stretta connessione tra produttori e fornitori (terzisti, progettisti, componentisti, allestitori) consente di valorizzare al massimo i punti di forza della filiera nautica. È sui mercati internazionali che si giocheranno le sfide principali con gli altri player mondiali, in particolare nell’intercettare una domanda potenziale che è molto segmentata a livello economico-sociale. L’Italia conferma anche per il 2021 la propria egemonia a livello mondiale nel settore dei super yacht. Il Global Order Book, elaborato da Boat International, posiziona l’industria italiana al vertice per gli ordini delle unità superiori a 24 metri, con 407 yacht in costruzione su un totale di 821 a livello globale. La quota italiana rappresenta poco meno della metà degli ordini mondiali, raggiungendo il 49,6% del totale, con un incremento di 9 unità rispetto al 2020 (crescita dello 0,3%).

Super yacht che sono il fiore all’occhiello del prossimo Salone Nautico di Venezia. C’è grande attesa infatti per l’anteprima mondiale dell’ammiraglia di Ferretti Group, il nuovo super yacht Ferretti Yachts 1000. Sarà svelata durante un esclusivo evento alla Marina Certosa l’imbarcazione costruita in vetroresina, con parti in carbonio che ne valorizzano i contenuti hi-tech. (Nicola Brillo)

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Largo alla vela con i campioni della “Prada Cup”

Non poteva mancare la Coppa America tra i protagonisti del Salone Nautico, con gli eroi dell’ultima edizione che hanno tenuto svegli milioni di italiani a marzo scorso. Arrivano infatti due dei componenti del team “Luna Rossa Prada Pirelli” che in un crescendo di velocità ha vinto prima la Prada Cup, regata di selezione degli sfidanti, e poi ha dato filo da torcere a “Emirates Team New Zealand”, in un duello senza precedenti che ha incollato milioni di italiani davanti agli schermi.

Max Sirena, team director, e Gilberto “Gillo” Nobili, operation manager, saranno protagonisti assieme a Tommaso Chieffi, tattico del Moro di Venezia e componente di diverse campagne di Coppa di un talk show (sabato alle 18), moderato dal giornalista Antonio Vettese: il titolo è “Luna Rossa e il Moro di Venezia, le grandi avventure italiane in Coppa America”.

Venezia è una delle città di riferimento per il gruppo Prada, che in città ha una delle sedi della Fondazione Prada, dedicata all’arte contemporanea. Lo sport, le grandi avventure di Luna Rossa e del Moro di Venezia sono una testimonianza coerente e importante. La conferma arriva dallo stesso Max Sirena: «Sono nato in Adriatico, ho regatato spesso in queste acque all’inizio della mia carriera e ne conservo sempre un ricordo affettuoso, anche quando sono in posti lontani come Auckland. Venezia e il suo Arsenale, infatti, restano unici per bellezza e contenuto, e hanno anche un valore importante per Prada, che ha qui una delle sedi della sua Fondazione dedicata all’arte. Sono contento di mostrare qui per la prima volta al pubblico italiano la Prada Cup».

Sirena è uno dei velisti italiani che ha partecipato più volte alla Coppa: dal 2000 in tutte le partecipazioni di Luna Rossa, cinque in tutto su sei sfide, nel 2010 ha vinto come responsabile dell’ala di Bmw Oracle e nel 2017 ha vinto con Emirates Team New Zealand. Anche Gillo Nobili ha un curriculum importante: ha vinto tre volte la Coppa, nel 2010 e nel 2013 con Oracle e nel 2017 con Emirates Team New Zealand. Quella di Max e Gillo è dunque un’esperienza invidiabile, unica e il loro racconto sarà denso di valori.

Tommaso Chieffi, invece, è il velista italiano che ha vinto più titoli mondiali e italiani. Ha iniziato con un campionato del mondo 470 e non si è più fermato. Il suo debutto in Coppa è stato al timone di Italia, sfidante dello Yacht Club Italiano nella edizione 1987 a Perth Australia, è stato tattico de Il Moro di Venezia nel 1992, di Oracle nel 2003, ancora tattico su Shosholoza nel 2007. La sua partecipazione è legata soprattutto al suo ruolo a bordo del Moro di Venezia che ha con la città lagunare un legame particolare. Il secondo dei 5 scafi varati dal team è infatti uno dei “testimonial” della città e attualmente il suo porto è proprio l’Arsenale di Venezia.

Durante l’evento sarà esposta per la prima volta in Italia e in pubblico fuori dalla Nuova Zelanda la “Prada Cup”, il trofeo realizzato dai Maestri Argentieri di Firenze da un’idea del designer australiano Mark Newson. L’appuntamento è per le 18 di sabato 29 in Arsenale Area Scali-Sommergibile e sui canali social e Youtube del Salone Nautico di Venezia. (Eugenio Pendolini)

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