SANTA MARIA DI SALA

«Giustizia per Lucia Tornabruni». La chiedono i familiari della donna di 69 anni di Caltana morta nell’incidente il 12 ottobre 2019 tra via Pianiga e via Caltana. La donna era alla guida di una Fiat Panda ed era stata tamponata da una Fiat Bravo. Nell’udienza preliminare di martedì in tribunale a Venezia, tramite il proprio legale, A. C. , il 45enne automobilista rinviato a giudizio per l’incidente, ha chiesto il rito abbreviato e punta all’assoluzione. Ma i figli della donna, che si sono affidati a Riccardo Vizzi, consulente di Studio3A-Valore, chiedono che A. C. paghi per quanto avvenuto.

«Come può pretendere», fanno sapere i familiari attraverso Studio 3A, «di essere assolto dall’accusa di omicidio stradale se correva a 35 chilometri orari in più del limite di velocità prescritto, per di più in corrispondenza di un incrocio pericoloso?». La famiglia ha già ottenuto un risarcimento dall’assicurazione per la morte di Lucia Tornabruni, in virtù del riconoscimento del concorso di colpa del proprio assicurato. «Non proviamo sentimenti di odio e di vendetta nei confronti dell’imputato», spiegano i figli della vittima, «Ma chiediamo che si assuma la sua parte di responsabilità in questa tragedia. Vogliamo ottenere giustizia per nostra madre».

Tornabruni, vedova da quattro anni, era molto conosciuta nella frazione di Santa Maria di Sala e benvoluta anche per la sua attività di volontariato alle sagre paesane. Quel pomeriggio del 12 ottobre, attorno alle 17, la donna proveniva da via Pianiga e, al volante della sua Fiat Panda, si era immessa su via Caltana svoltando a sinistra verso Scaltenigo. Proprio in quell’istante, l’utilitaria è stata centrata da A. C. che sopraggiungeva in via Caltana e che era diretto verso il centro del paese. Un impatto tremendo sul lato della conducente della Panda. Per la 69enne non c’era stato nulla da fare. —

Alessandro Ragazzo