Nessuna mostra per i Musei Civici nella grande ripresa legata alla Biennale
A differenza di altre istituzioni culturali. Solo un’esposizione di barche al Salone Nautico e poi quella per i 1.600 anni
Enrico Tantucci
Rompendo una lunga tradizione la Fondazione Musei Civici non ha programmato quest’anno nessuna mostra nelle sue sedi nel periodo della Biennale. Dopo l’emergenza coronavirus, ora in parte rientrata, altre istituzioni culturali hanno riaperto al pubblico con nuove esposizioni. La Fondazione Cini anche con la sede di Palazzo Cini a Venezia. La Fondazione Pinault con la Punta della Dogana. La Fondazione Prada. I musei statali veneziani con il riallestimento di Palazzo Grimani e la mostra su Baselitz. Senza contare le altre numerose mostre collaterali. Solo la Fondazione Musei Civici – che pure ha riaperto e Palazzo Ducale e Museo Correr e gli altri musei nel fine settimana – manca appunto di fatto all’appello.
«Proprio per la concomitanza con la Biennale Architettura e il rientro del Veneto in zona gialla», spiega anche il segretario della Cgil Funzione pubblica Daniele Giordano, «avevamo chiesto un incontro alla Fondazione immaginando un allargamento delle aperture e nuove iniziative, ma ci è stato risposto che le condizioni legate al Covid non erano per loro cambiate e dunque la metà dei dipendenti dell’istituzione restano ancora in cassa integrazione, un fatto inqualificabile».
La Fondazione musei avrebbe tra l’altro una mostra già bell’e pronta: la retrospettiva dedicata allo scultore e video artista Fabrizio Plessi, slittata prima per i danni provocati dall’acqua alta alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro – dove era programmata – e poi dalla lunga pausa imposta dal Covid. Ma non si sa più nulla di quando l’esposizione verrà effettivamente inaugurata. Di fatto le uniche mostre programmate per i prossimi mesi dai Musei Civici sono quelle “richieste” dal sindaco Luigi Brugnaro, vicepresidente di diritto dell’istituzione. Si tratta della mostra di progetti di imbarcazioni programmata da sabato 29 maggio a domenica 6 giugno nella Tesa 1113 dell’Arsenale, in occasione del Salone Nautico del lusso. E dell’esposizione “Venezia 1600. Nascite e rinascite” che sarà allestita a Palazzo Ducale dal 4 settembre al 25 marzo 2022, in occasione delle celebrazioni dei 1.600 anni dalla leggendaria nascita di Venezia, programmate dal Comune.
Tra l’altro non è chiaro al momento chi si assumerà l’onere economico dell’esposizione visto che nella sua relazione sulla programmazione la direttrice Gabriella Belli aveva spiegato come la mostra non trova copertura finanziaria nella previsione di bilancio ‘21 e pertanto la sua realizzazione doveva essere posta a carico del Comune o di sponsor. Le ragioni di queste scelte si saldano anche al periodo di chiusura più prolungato rispetto ad altri dei musei civici per precisa volontà del sindaco, lamentando l’assenza dei turisti e la necessità di ridurre le spese, nonostante i ristori governativi.
«Tutte le istituzioni veneziane»,sottolinea anche il consigliere comunale del Pd Giuseppe Saccà, «sono ripartite con un’offerta culturale fatta di mostre ed esposizioni di grande qualità che si affiancano, in molti casi, alle attività permanenti. Venezia dimostra una vitalità che è anche un segno di speranza per il futuro nel quale la cultura sia motore di crescita economica e sociale. La sola realtà immobile è la Fondazione Musei Civici, con lavoratori ancora in cassa integrazione. Una scelta che ha dell’incredibile e non trova nessuna giustificazione se non nella miopia dell’attuale amministrazione comunale». Sulla stessa linea la capogruppo Monica Sambo, che ricorda come sia vergognoso che a tutt’oggi i dipendenti dei Musei Civici non siano ancora tornati al lavoro. —
I commenti dei lettori