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Un pugno durante una lite gli toglie il senso del gusto: aggressore a giudizio

La lite davanti al chiosco alla fermata del bus Actv della linea 11. L’aggredito è finito in Rianimazione

Roberta De Rossi
1 minuto di lettura

PELLESTRINA. Il pugno ricevuto durante una discussione era stato così violento, che un 46enne di Pellestrina era caduto pesantemente a terra, sbattendo la testa e finendo in Rianimazione, riportando lesioni che lo hanno segnato per sempre. Una lite scoppiata per un motivo banale, davanti al chiosco alla fermata del bus Actv della linea 11. Il 20 maggio il giudice per le indagini preliminari Massimo Vicinanza, ha rinviato a giudizio con l’accusa di lesioni gravissime, C.A., 42enne di Camponogara (difeso dall’avvocato Luigi Fadalti) e riconosciuto la costituzione di parte civile della vittima e dei suoi familiari (con gli avvocati Augusto Palese, Gian Luca De Biasi e Paolo Vianello). Il processo prenderà il via il 22 settembre.

Quella sera del 26 maggio 2018, la lite era scoppiata per cause non ancora chiarite, ma era finite con S.M. incosciente a terra: un pugno l’aveva fatto cadere a terra, sbattendo violentemente il capo e riportando un grave traumatismo cranio enecefalico, con fratture, emorragie cerebrali, un edema. Operato, era in fin di vita. Ne ha ricevuto come eredità - dicono i suoi avvocati - varie invalidità dovute a difficoltà cardiocircolatorie, respiratorie e nervose, con probabile perdita dell’olfatto e del gusto. Il giudice per le indagini preliminari ha riconosciuto come parti civili anche il padre, la madre, la figlia e la sorella: le richieste di risarcimento, superano complessivamente il milione di euro.

A sostenere l’accusa, il pubblico ministero Giovanni Gasparini, che ha contestato il reato di lesioni dolose gravissime, con pericolo di vita e probabile perdita del senso dell'olfatto e del gusto ai danni della vittima, come sostenuto dalla consulenza medico-legale di parte del dottor Gianni Barbuti di Venezia, consulente delle parti civili. 

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