Corteo e striscioni contro i resort del Lido «La città non può vivere solo di turismo»
Comitati e associazioni hanno proposto un modello alternativo per conservare i residenti e le attività tradizionali
Eugenio Pendolini NEugenio Pendolini
No ai resort di lusso dell’ospedale al Mare, sì a un modello alternativo di città per uscire dalla pandemia. Una settimana dopo l’assemblea pubblica organizzata nel piazzale dell’ex Casinò del Lido, ieri residenti e associazioni sono tornati in piazza per chiedere alle autorità cittadine un maggior coinvolgimento della cittadinanza. Oltre cento persone si sono date appuntamento a piazzale Santa Maria Elisabetta per ribadire la contrarietà a una serie di progetti che stanno interessando la città: l’ospedale al Mare e l’abbattimento del Monoblocco come casi emblematici. Ma anche il parco della Favorita, la caserma Pepe, lo stabilimento Aquarius nell’oasi degli Alberoni ora bloccato da una sentenza del Tar.
L’area degli ex Gasometri a Castello, con due edifici da realizzare nelle architetture industriali e l’incertezza di un cambio di destinazione d’uso. A unire questi progetti, secondo i manifestanti, lo stesso filo rosso del “turismo come unica prospettiva del territorio”.
Scortati a vista dalle forze dell’ordine, sotto la chiesa di Santa Maria Elisabetta uno dopo l’altro gli interventi delle associazioni partecipanti (tra i vari, Amico albero, Comitato Ex Gasometri, Comitato Ex Umberto I, Collettivo Lisc., Italia Nostra, Lido d'amare, Partito comunista, Tutta la città insieme) hanno sottolineato la necessità di un’inversione di rotta per la città di Venezia. «A Venezia, così come in tutto il mondo, dallo scoppio della pandemia sono state migliaia le persone scese in piazza per dire che non può tornare tutto come prima» ha scandito Ruggero Tallon (collettivo Lisc), «perché la pandemia ha reso evidente che quel modello di vita è ormai insostenibile. A Venezia lo sappiamo bene: siamo una città basata sulla monocoltura turistica che ha visto negli anni scomparire, insieme alla sua cittadinanza e a un’economia diversificata, servizi di ogni tipo, sanità territoriale, offerta culturale, politiche per i giovani. Una città che proprio per questo sta inevitabilmente pagando un prezzo troppo alto».
Tra i presenti, anche Filippo Pontani, docente a Ca' Foscari e membro del senato accademico che ha espresso la sua contrarietà alla scuola di ospitalità dell’ateneo veneziano che sarà realizzata nel complesso dell’ex ospedale al Mare. «Compito dell'università dovrebbe essere l’analisi e la critica dei fenomeni sociali» ha ripetuto Pontani, «un corso di laurea sul turismo dovrebbe capire come il modello preesistente ha nuociuto alla città. Dov'era l’università quando avveniva il sacco della città?».
La lunga serie di interventi e stata chiusa dal consigliere comunale Giovanni Andrea Martini: «Il Lido deve ripopolarsi di idee nuove. Città malata di turismo, non può essere curata con due resort». La manifestazione si è conclusa con una passerella lungo il Gran Viale e fino ai piedi dell’ex ospedale al Mare, dove sono stati appesi una serie di striscioni di protesta. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori