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Il compagno della nonna abusava della nipotina. Condanna a 9 anni per violenza a Mestre

All’epoca era il compagno della nonna materna a cui la figlia affidava la bambina quando era al lavoro. L’uomo ha iniziato ad abusare della bambina nel 2009, quando lei aveva 6 anni e lui 52. Cosa ha fatto alla piccola è riluttante solo pensarlo

Carlo Mion
1 minuto di lettura

MESTRE. Sette anni e 15 mila euro di provvisionale. Per la giustizia è l’entità della pena per la violenza sessuale che una bambina, dai sei ai nove anni, ha subìto dal compagno della nonna. Sicuramente una sentenza rispettosa del codice penale, ma difficile da capire. La motivazione è il fatto che gli episodi sono avvenuti lontani nel tempo e anche per questo il responsabile non ha mai fatto un giorno di carcere: non poteva reiterare il reato o inquinare le prove. Magari scappare sì.

L’uomo, condannato lunedì in tribunale, oggi ha 64 anni. All’epoca era il compagno della nonna materna a cui la figlia affidava la bambina quando era al lavoro. L’uomo ha iniziato ad abusare della bambina nel 2009, quando lei aveva 6 anni e lui 52. Cosa ha fatto alla piccola è riluttante solo pensarlo.

Toccarla nelle parti intime e baciarla sono state le prime cose. Poi è passato a giocare con i pennarelli. Il resto mette i brividi quando lo si legge nel capo d’imputazione. Poche righe scarne che raccontano l’orrore che continua con più episodi fino al 2012. Un inferno che la piccola si porta dentro e non esterna. O forse nessuno riesce a cogliere.

Per tre anni il compagno della nonna, quello che il mondo degli adulti le spacciava come il nonno, era in realtà il diavolo. Nel 2012 l’uomo esce dalla realtà di quella famiglia. Lui se ne va, perché finisce la relazione con la nonna. Finisce l’inferno. Ma le ferite restano.

Qualche anno dopo la ragazzina sente il dolore di quelle ferite quando l’uomo si presenta nell’abitazione della nonna a riprendersi delle cose che aveva lasciato. Come se nulla fosse si permette di farle dei complimenti su come si era fatta una «bella signorina».

Alla ragazzina il mondo sembra crollare addosso. Come in un film dell’orrore rivede tutte le scene della violenza subita. Un incubo che la fa star male. Questa volta qualcuno si accorge che all’improvviso lei non è più serena. Forse lei stessa, inconsciamente, vuole liberarsi di quel macigno. Inizia a parlarne. Dai primi incerti racconti ben presto riesce a riempire un verbale, con l’aiuto di psicologi, davanti ad un ufficiale di polizia giudiziaria. Altri ne seguiranno. Poi il processo. E ieri la condanna dell’orco. —

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