Centri commerciali veneziani, monta la protesta: «Saracinesche abbassate alle 11»
I negozi non alimentari contestano il divieto di apertura nel fine settimana, imposto finora dal governo Draghi
Giovanni Monforte/
MESTRE. Alle 11 in punto abbasseranno le saracinesche per alcuni minuti. Un gesto simbolico per manifestare contro la norma anti Covid, ancora in vigore, che ne impone la chiusura nei fine settimana.
Al motto di “Chiudiamo perché vogliamo aprire” va in scena oggi 11 maggio la protesta dei negozi dei centri commerciali per chiedere la riapertura immediata nei weekend, inizialmente ipotizzata nell’ultimo Decreto Riaperture del governo e poi stralciata.
L’iniziativa coinvolgerà in tutta Italia oltre 30 mila negozi e supermercati. La mobilitazione è promossa dalle associazioni del commercio (Ancd-Conad, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese, Cncc – Consiglio nazionale dei centri commerciali e Federdistribuzione) che chiedono la revoca delle misure restrittive che da oltre sei mesi impongono la chiusura dei negozi nelle grandi strutture commerciali nei giorni festivi e prefestivi.
Massiccia la partecipazione alla protesta nella nostra provincia. Venezia infatti è una delle aree dove maggiore è la presenza di grandi centri commerciali, il tema dunque è particolarmente sentito.
Hanno annunciato la loro adesione, tra gli altri, il Valecenter di Marcon, il Centro commerciale Piave di San Donà e la Nave de Vero di Marghera, del gruppo Klépierre. «Il centro commerciale Nave de Vero rappresenta un motore economico e un presidio occupazionale strategico a livello territoriale», commenta il direttore Giorgio Mangia, «in virtù dei suoi 115 negozi, dei quali il 10% sono gestiti da imprenditori locali, e di un indotto tra diretto e indiretto che garantisce mille posti di lavoro. Nave de Vero, inoltre, con i suoi 5 milioni di visitatori l’anno, rappresenta una vera e propria piazza urbana, destinazione non solo per lo shopping, ma anche per le numerose attività di ristorazione, nonché per i molteplici servizi rivolti alla cittadinanza. Il tutto condotto con i più elevati standard di sicurezza. Alla manifestazione di protesta ha aderito la maggior parte dei negozi del nostro centro».
Altre grandi strutture commerciali della provincia hanno deciso di appoggiare la protesta, lasciando libertà di aderire oppure meno ai singoli marchi dei negozi.
È il caso dell’Outlet di Noventa. «McArthurGlen Group ha recepito la comunicazione della presidenza di Cncc e prontamente informato circa le ragioni alla base dell’iniziativa le proprie aziende partner, lasciando libera facoltà di adesione a ciascuna di queste» spiega Daniela Bricola, direttrice dell’outlet noventano.
Stessa scelta per il centro commerciale Porte di Mestre. «Noi come centro commerciale abbiamo dato libera facoltà ai negozi, perché la protesta arriva essenzialmente dagli stessi negozi» dice il direttore Antonio Impedovo, «so che alcuni negozi aderiranno e abbasseranno le saracinesche per qualche minuto in maniera simbolica».
Le porte dei negozi rimarranno invece aperte al centro commerciale Le Barche, nel cuore di Mestre.
«Aderiamo con lo spirito, ma abbiamo deciso di mantenerci neutrali rispetto all’iniziativa» chiarisce il direttore Francesco Giusto, «anche se ci rendiamo conto che il problema c’è».
La manifestazione è volta anche a ribadire che i centri commerciali hanno adottato protocolli rigorosi. «Le associazioni del commercio», spiega una nota, «auspicano di poter avere dalle istituzioni risposte certe e tempestive, per rimettere in moto un comparto tra i più danneggiati dalla crisi, che continua a operare solo parzialmente e senza una chiara prospettiva di ripresa». —
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