Una pioggia di milioni sulla Biennale per farne un polo internazionale
Quasi 170 milioni di euro previsti dal Piano legato ai fondi per la cultura del Recovery. Arsenale “motore” di tutto il sistema
Enrico Tantucci
Una “pioggia” di milioni di euro cade sulla Biennale. Sono quelli previsti dal Piano Nazionale di ripresa e resilienza che ieri il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha presentato al Parlamento e che destina oltre 6 miliardi di euro alla cultura. Tra di essi, quasi un miliardo e mezzo è dedicato a 14 interventi strategici destinati a grandi attrattori culturali e tra questi la Biennale – è il caso di dirlo – visto anche il suo simbolo, fa la parte del leone.
Circa 169 milioni e mezzo di euro sono appunto dedicati alla fondazione guidata da Roberto Cicutto per un progetto di sviluppo e potenziamento delle attività della Biennale in funzione della costruzione di un polo permanente di eccellenza nazionale e internazionale a Venezia. Fulcro del finanziamento destinato alla Biennale sarà in particolare l’Arsenale, dove la Biennale ha progressivamente ampliato negli anni i suoi spazi destinati alle manifestazioni e dove ora vuole trasferire la sede dell’Asac, l’Archivio storico delle arti contemporanee, destinati nelle intenzioni di Cicutto a diventare un grande laboratorio sul contemporaneo.
«La cultura», sottolinea in una nota il ministro della Cultura Dario Franceschini, «darà un grande contributo alla ripartenza del Paese. Il potenziamento delle infrastrutture culturali della Biennale di Venezia, nel centro storico e al Lido, arricchirà una delle maggiori istituzioni culturali italiane, forte di un indiscusso prestigio internazionale, e ne consentirà l’evoluzione in un polo permanente di ricerca sulle arti contemporanee».
L’orientamento strategico di costruzione di un polo permanente di ricerca sulle arti contemporanee ha l’obiettivo di attenuare l’impatto economico della crisi attraverso il miglioramento della fruizione culturale di Venezia, il potenziamento dei siti in uso alla Biennale di Venezia e la creazione di uno strumento che influisca sull’indotto culturale, formativo e turistico. Il progetto verrà articolato in diversi interventi di recupero, che interesseranno appunto l’Arsenale di Venezia, il Padiglione centrale e i Giardini della Biennale, le strutture della Mostra del Cinema al Lido (Palazzo del Cinema, Sala Darsena e Sala Perla). Ciò avverrà attraverso il restauro e la valorizzazione di beni storici vincolati in uso, insieme alla manutenzione e riqualificazione dei siti, con l’efficientamento energetico e gli interventi innovativi per le sedi pubbliche in uso.
Verranno anche sostenute azioni per la ricerca applicata nel campo della produzione artistica delle giovani generazioni, per la valorizzazione della ricerca storica in ambito archivistico e per progetti di ricerca ed editoriali capaci di coinvolgere università, centri di ricerca e fondazioni nazionali e internazionali. In particolare, due interventi riguarderanno lo start up del nuovo Archivio storico per le arti contemporanee e il potenziamento delle attività di Biennale college. Si tratta, pertanto di una potente iniezione di liquidità su tutti quelli che sono i principali settori di attività e i “contenitori” della Biennale, anche con l’obiettivo di rendere sempre più continuativa e sempre meno stagionale il funzionamento della fondazione. Va ricordato che non più tardi di un anno fa alla Biennale era arrivata un’iniezione da 20 milioni di euro da Roma per l’ampliamento degli spazi dell’Arsenale all’interno del Piano strategico “Grandi progetti beni culturali” varato dallo stesso Franceschini.
L’attenzione del ministro nei confronti della Biennale, prima con la presidenza di Paolo Baratta e ora con quella di Roberto Cicutto, che lui ha scelto per l’incarico, è costante. Come è stato per la Mostra del Cinema lo scorso anno, anche la Biennale Architettura di quest’anno rappresenta la manifestazione di rilancio per le attività culturali in Italia a livello internazionale nell’era del Covid. E proprio l’internazionalità è la “cifra” distintiva della Biennale, che giustifica quindi un intervento economico così significativo, tra i finanziamenti alla cultura, legati ai fondi europei del Recovery. —
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