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Grandi navi a Venezia, stop dal Senato. «Lo scavo del canale è una provocazione»

La crocieristica in laguna. Ferrazzi (Pd) ottiene il rinvio della seduta e poi il voto contrario. Le alternative e l’emendamento De Falco. Voto in aula sul decreto il 27

v.m. e a.v.
3 minuti di lettura

VENEZIA. Grandi navi, scontro in commissione Ambiente al Senato. Seduta rinviata su richiesta di Andrea Ferrazzi (Pd) dopo la richiesta di Lega e Forza Italia di inserire nella proposta anche lo scavo del canale Vittorito Emanuele. «Una forzatura», dice Ferrazzi, «non c’entra con il decreto, lo scavo aumenterebbe l’erosione della laguna». 

Giovedì 22 la svolta. "Dopo il rinvio del voto che ho chiesto mercoledì, abbiamo appena votato il parere della Commissione Ambiente in Senato sul decreto del Governo sulle #grandinavi a #venezia con voto favorevole di tutte le forze politiche (unico voto contrario da Fratelli d'Italia). Abbiamo tolto lo scavo del 'Canale di grande navigazione Vittorio Emanuele III', come avevo chiesto". Spiega il senatore del Pd Andrea Ferrazzi, capogruppo dem nella Commissione Ambiente.

"Ottimo - prosegue Ferrazzi - l'inserimento della 'classe Venezia' per le navi autorizzate all'ingresso in laguna; il rispetto della Legge speciale; l'inserimento di personalità espresse dagli enti locali nella Commissione di esperti che valuteranno i progetti. Venezia senza il proprio porto non è pensabile, continuare con il gigantismo navale in Laguna altrettanto. Ora si deve andare avanti speditamente con le decisioni definitive, sia quelle di lungo periodo, sia di breve, garantendo tanto la sostenibilità ambientale quanto la salvaguardia dei posti di lavoro".

Si attende anche il discorso di Mario Draghi sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tra gli emendamenti quello del senatore del Gruppo Misto Gregorio De Falco, comandante della Capitaneria di porto di Livorno in servizio la notte del disastro della Costa Concordia. De Falco chiede di sospendere il bando almeno fino a quando il Cipe non si sarà pronunciato sui progetti esistenti. Il riferimento è al Venis Cruise di Duferco-De Piccoli.

L’emendamento De Falco permetterebbe di avere entro 60 giorni una risposta definitiva al progetto che ha avuto il parere favorevole della Via, ma non del ministro del Mibact Dario Franceschini e della Soprintendenza nel 2017. «Questo ministero», la conclusione, «non sarebbe contrario all’ipotesi di una sperimentazione che preveda l’approntamento di una prima banchina di ridotte dimensioni per un numero inferiore di navi rispetto a quanto previsto nel progetto esaminato”.

Cesare De Piccoli, per anni vicesindaco e poi viceministro ai Trasporti, difende il suo progetto. «Da quattro anni lo tengono bloccato e non lo mandano al Cipe per la valutazione, come prevede la legge», dice, «quello di spostare le navi da San Marco è ormai un problema a evidenza mondiale. Noi siamo gli unici ad aver trovato una soluzione che mantiene le navi da crociera a Venezia limitando i danni all’ambiente. Se la politica ha soluzioni migliori, le metta in campo invece di opporsi con dubbi da Azzeccagarbugli».

Uno di questi, dice De Piccoli, è il dire adesso che le banchine a Punta Sabbioni, davanti all’isola del Mose, non sarebbero “fuori” dalla laguna. Tecnicamente la laguna finisce dopo il faro dei moli foranei. Ma in quel punto il terminal sarebbe lontano da San Marco e indipendente dalle paratoie del Mose. E per realizzarlo non servirebbe scavare i fondali dei canali lagunari.

Quanto al parere della Via, De Piccoli conferma che si tratta di un parere positivo con prescrizioni. «Abbiamo seguito le indicazioni poste da Ministero e Soprintendenza», dice, «modificato il nostro progetto originario. Ridotte le grandi navi all’ormeggio da 5 a 4, ridotta anche la cubatura e la lunghezza della banchina». Anche dal punto di vista delle procedure, De Piccoli ricorda come ci sia un pronunciamento del Tar, confermato dal Consiglio di Stato, che aveva respinto il ricorso dell’Autorità portuale guidata da Paolo Costa. Il progetto Venis Cruise è legittimo.

«Adesso ci aspettiamo che il governo decida», conclude De Piccoli, «nel parere firmato dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini nel 2017 c’era la disponibilità a concedere la sperimentazione per fare arrivare alla nuova Marittima al Lido intanto una grande nave. Noi siamo pronti».

I passeggeri delle crociere, secondo il progetto Venis Cruise di Duferco, arriverebbero al Lido a bordo di motonavi ecologiche, con motore elettrico ed energìa solare, dopo aver fatto il check-in all’attuale Marittima. Tempo di realizzazione del terminal, 2-3 anni.

Intanto al ministero ha scritto anche Stefano Boato, coordinatore del gruppo di progettisti autore della proposta dell’avamporto galleggiante. Sempre al Lido, ma più “leggera” rispetto al Duferco. «Chiediamo si faccia il confronto fra le varie ipotesi», scrive Boato, «come stabilito dal Senato nel 2014. E poi si scelga. I progetti ci sono, non occorre ricominciare da zero». L’Autorità portuale però per adesso va avanti sull’ipotesi di approdi “provvisori” a Marghera, Vecon e Canale Nord) come stabilito dal governo. «Dovremmo fare squadra per mantenere l’attività del porto nel lungo periodo», dice la consigliera del Pd Monica Sambo, «invece c’è ancora chi insiste sulle soluzioni definitive a Marghera». —

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