Grandi navi, il Senato boccia lo scavo dei canali veneziani
Emendamenti Pd approvati in commissione anche con il sì di Lega e Forza Italia. No al Vittorio Emanuele, sì a “Classe Venezia”. Ferrazzi: «Un passo importante»
Alberto Vitucci
VENEZIA. In laguna solo navi della “Classe Venezia”, di dimensioni contenute, compatibili e non inquinanti. E “no” allo scavo del canale Vittorio Emanuele per collegare Marghera alla Marittima.
Alla fine la commissione Ambiente del Senato approva all’unanimità, o quasi (unico voto contrario quello di Fratelli d’Italia), la proposta del senatore veneziano del Pd Andrea Ferrazzi. Si va in aula con un testo condiviso, anche da Lega e Forza Italia che pure a livello locale avrebbero preferito l’inserimento di quel passaggio.
Un altro passo verso le alternative alle grandi navi a San Marco. Una strada però ancora lunga. Il decreto del governo andrà in aula la settimana prossima. Poi alla Camera. Prevede che sia bandito un concorso internazionale su «proposte ideative e progetti di fattibilità tecnica ed economica per trovare punti di attracco fuori dalla laguna per le navi al di sopra delle 40 mila tonnellate e per le grandi navi porta container.
Un attracco “off-shore” che dovrà essere ideato con il contributo di esperti e personalità indicate dagli enti locali. «Venezia senza porto non è pensabile», dice Ferrazzi, «continuare con il gigantismo navale in laguna altrettanto. Ora si deve andare avanti con le soluzioni definitive, per garantire la sostenibilità ambientale e i posti di lavoro».
Significa che i tempi per individuare le soluzioni definitive del terminal in mare dovranno essere “rapidi”. Nel frattempo si punta alla soluzione “provvisoria”. La Stazione Marittima a Marghera, in Canale industriale Nord Sponda Nord.
Ma anche qui i tempi non saranno inferiori a 2-3 anni, il costo 60 milioni di euro. Non c’è traccia delle altre due soluzioni provvisorie indicate dal Comitatone del 21 dicembre, le banchine di Vecon e Tiv, sempre a Marghera ma meno lontane dalla bocca di Malamocco. I lavori lì non sono mai iniziati. Dunque se come sembra già in giugno arriveranno due grandi navi della Msc e riprenderanno le crociere, la soluzione non ci sarà. E le navi continueranno a passare per San Marco e il canale della Giudecca. I comitati gridano allo scandalo. «Una figuraccia internazionale», dicono, «il ministro Franceschini aveva annunciato che il governo aveva tolto le navi dalla laguna».
Ma i tempi sono lunghi. E nessuno è disposto a rinunciare alle crociere e a posti di lavoro. Dunque?
«Una soluzione immediata c’è, basta percorrerla», dice Ambiente Venezia, Ed ecco Venis Cruise, il porto al Lido che Duferco-De Piccoli hanno progettato e presentato già sette ani fa ai ministeri. La Valutazione di Impatto Ambientale è stata favorevole, con prescrizioni della Soprintendenza. E la disponibilità del ministero dei Beni culturali ad autorizzare l’approdo sperimentale di una nave a Punta Sabbioni, davanti all’isola artificiale del Mose.
C’è anche il progetto di Boato, Vittadini, Di Tella, donato al Ministero. E poi le idee di Santa Maria del Mare, proposte da Ferruccio Falconi, lo stesso capo dei piloti del porto che aveva ideato molti anni fa anche il sistema reversibile e sperimentale di difesa dalle acque alte con le navi affondate in bocca di porto. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori