«Ricatti intollerabili» La condanna della Uilm
C.M.«Lo sfruttamento e il ricatto dei lavoratori dell’appalto e subappalto scoperto dalla magistratura nel sito di Porto Marghera è intollerabile», queste le parole di Rocco Palombella, segretario generale Uilm nel corso delle assemblee di ieri in Fincantieri organizzate per presentare il nuovo contratto nazionale dei metalmeccanici. «La fermezza di Fincantieri ha permesso di far venire alla luce questi fatti inaccettabili dimostrando ancora una volta la giusta determinazione per il rispetto dei diritti e della dignità dei lavoratori».
Sulla vicenda sfruttamento lavoratori degli appalti alla Fincantieri interviene anche l’onorevole Nicola Pellicani che sottolinea: «Un altro scandalo interessa Fincantieri, la più grande industria di Porto Marghera, un fatto davvero inquietante. Anche questa inchiesta mette in luce un sistema di corruzione consolidato e di sfruttamento dei lavoratori che non è possibile consentire tanto più all'interno di un'industria pubblica. Per questo già nel 2019 avevo presentato un'interrogazione ai Ministri dell'Interno e delle Infrastrutture per chiedere di fare piena luce sulla vicenda».
Secondo Pellicani: «da quanto emerge dall'inchiesta della Magistratura i lavoratori delle ditte d'appalto erano sottoposti a vere e proprie pratiche di caporalato. Un fenomeno del resto più volte denunciato. In primo luogo dal sindacato, ma emerso anche da inchieste giornalistiche oltre che da esposti presentati alla Procura. L'inchiesta evidenzia un sistema di sfruttamento sistematico ai danni dei lavoratori. Stavolta non sono i bengalesi, bensì gli albanesi ad essere coinvolti nell’inchiesta. Si tratta di un sistema usato per abbassare il costo del lavoro.
Fincantieri è estranea all’inchiesta ma è un'azienda italiana, controllata al 70% dallo Stato, e deve lavorare nel segno della trasparenza e della legalità. Per tale motivo va avviato subito un confronto tra Governo, azienda, sindacati e tutti i soggetti interessati, per ripristinare al più presto procedure e pratiche nel rispetto delle leggi e della Costituzione».
Le indagini hanno portato a iscrivere nel registro degli indagati 14 persone di cui 10 raggiunte da ordine di custodia cautelare. «Anche in quest’inchiesta è entrato in ballo il ruolo di Angelo Di Corrado, il consulente del lavoro del boss dei casalesi Luciano Donadio, coinvolto nella maxi inchiesta sul clan di casalesi insediatosi a Eraclea. Bisogna fare perciò piena luce sul ruolo svolto dalla criminalità organizzata all’interno di un’azienda pubblica», spiega Nicola Pellicani componente, tra l’altro, della Commissione Antimafia. Dall’inchiesta emerge come i lavoratori venissero retribuiti con pochi euro l'ora, senza ferie, permessi per malattia, utilizzando il metodo della cosiddetta “paga globale”, ovvero certificando in busta paga il compenso previsto dal Contratto Nazionale, ma corrispondendo al lavoratore un importo inferiore. Ricorda l’onorevole del Ld: «Il sindacato da tempo è impegnato ad introdurre norme utili all'emancipazione dei diritti dei lavoratori quali la clausola sociale, il controllo degli orari lavorativi, il diritto all'assemblea e il godimento dei servizi comuni, visto che gli operai delle ditte d'appalto a Marghera sono costretti a cambiarsi e a mangiare all'esterno della fabbrica, in mezzo ai binari». —
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