Maretta in porto a Venezia. Casson: «Concessione illegittima a Vtp. Lo avevo scritto all’Anac nel 2015»
L'ex magistrato, senatore e consigliere comunale Felice Casson ricorda la sua interrogazione a Palazzo Madama: «Ora diano risposte. Le grandi navi devono stare fuori dalla laguna»
Alberto Vitucci
VENEZIA. Sei anni. E’ il tempo intercorso fra la richiesta avanzata da un senatore della Repubblica, l’ex pm Felice Casson e il parere inviato in questi giorni dall’Anac, l’Autorità nazionale Anticorruzione. Che ha comunicato i suoi dubbi sulla legittimità della concessione per il porto passeggeri affidata alla società Vtp. «Avevamo già scritto tutto nel 2015», sorride oggi Casson, che non fa più il senatore e si occupa di legalità e conferenze per l’Onu, «ma la questione adesso è sul tavolo, e non può essere accantonata».
Che significa?
«Semplice, che quella concessione non è valida, va ritirata. La gestione dei terminal del porto passeggeri di Venezia va affidata con gara, come chiedevo sei ani fa».
Quali sono le questioni di illegittimità?
«L’articolo 6 della legge che istituiva le Autorità portuali del 1996 dice che per affidare in concessione servizi portuali si deve fare una gara ad evidenza pubblica. Invece qui si è affidato direttamente il servizio a una società composta dalla Finanziaria regionale, dalla Save, da privati e adesso delle compagnie armatoriali. E poi dalla finanziaria del Porto, l’Apv. Le Autorità portuali non possono gestire servizi. Qui il controllore fa parte di una società che dovrebbe controllare».
E lei lo aveva scritto.
«La mia prima interrogazione all’allora ministro delle infrastrutture Delrio risale al febbraio del 2015. Gli chiedevo risposta proprio su questi temi»,
E l’Anac?
«Le risposte tardavano, allora il 17 dicembre del 2015 ho presentato una seconda interrogazione in Senato, sollecitando anche l’Autorità nazionale anticorruzione a intervenire».
Ora il parere è arrivato.
«Ma è chiarissimo. Questa situazione non può andare avanti.
Dunque che si fa?
«Si fa una gara, come si doveva fare prima. La concessione a Vtp scade nel 2024. Ma a questo punto non mi pare sia legittima».
C’entra tutto questo con il dibattito sulle grandi navi in laguna?
«Ma certo. È evidente che una società che ha in concessione l’uso delle banchine della Marittima non ha interesse che si scelgano altre soluzioni. Con nuovi terminal dove i diritti acquisiti non contano, perché bisognerebbe fare la nuova gara».
Lei che soluzione propone?
«Anche qui ripercorriamo un film già visto. Nel 2012, dopo il naufragio della Costa Concordia, si era detto di cercare soluzioni alternative per le grandi navi a San Marco. Siamo ancora a quel punto, non si è fatto niente».
Per la soluzione definitiva fuori dalla laguna ci vorranno anni.
«Sì, ma se mai si comincia ci troveremo fra quattro cinque anni di nuovo a questo punto».
Allora, grandi navi a Marghera o fuori dalla laguna?
«Mi pare evidente che le navi sempre più grandi in laguna non ci possono più entrare. Poi c’è il problema delle acque alte, del Mose. La soluzione è fuori. Per me al Lido, davanti all’isola artificiale del Mose».
E intanto?
«A Venezia devono arrivare navi più piccole, in Marittima solo quelle al di sotto delle 40 mila tonnellate. E in prospettiva il porto passeggeri dovrà essere costruito fuori. Non c’è altra soluzione».
Il governo Draghi ha preso una decisione. Fuori della laguna, e nel lungo periodo, intanto Marghera.
«Le soluzioni provvisorie poi diventano definitive. Si parta subito con il terminal fuori della laguna». —
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