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«Marittima, concessione illegittima». L’Anac al Porto di Venezia: Vtp non ha i titoli

Dopo l’ispezione, per l’Anticorruzione è impossibile la proroga sullo scalo per la società. L’Autorità portuale: «Tutto in regola»

Enrico Tantucci
3 minuti di lettura

VENEZIA. La Marittima nella tempesta. Torna in discussione la concessione sullo scalo crocieristico rilasciata a suo tempo senza gara dall’Autorità portuale a Venezia Terminal Passeggeri (Vtp) e si allontana definitivamente la possibilità di una proroga di lungo termine di essa - che va in scadenza del 2024, con una estensione al 2025 per la recente normativa sul Covid - chiesta esplicitamente dalla Regione, con il presidente Luca Zaia.

L’ente, con la finanziaria regionale Veneto Sviluppo, è l’azionista di maggioranza relativa nella società Avps (che controlla anche Vtp) con il 50 per cento delle quote, dopo aver recentemente ceduto alla società delle compagnie di crociera (Venezia Investimenti), l’uno per cento, facendola salire al 49 per cento, mentre il Porto con la controllata Apv Investimenti detiene l’uno per cento delle azioni.

A far saltare probabilmente il banco e gli accordi sotto traccia sul prolungamento della concessione è l’ispezione avviata già nel 2018 dall’Ufficio di Vigilanza dell’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione. Che a febbraio ha inviato le sue conclusioni, in cui giudica di fatto illegittima la concessione rilasciata nel 1997 dal Porto senza gara ma con affidamento diretto alla Venezia Terminal Passeggeri. Il comma 5 dell’articolo 23 della legge sul riordino dei porti numero 84 del 1994, consentiva infatti di assegnare direttamente i servizi, senza gara, se c’erano esuberi di personale e veniva costituita una società a questo scopo con gli operatori portuali e la partecipazione minoritaria del l’Autorità Portuale.

Ma la Venezia Terminal Passeggeri, costituita ad hoc, è controllata con il 53 per cento delle quote da Veneto Sviluppo (ora anche con la società delle compagnie di crociera), da Save al 22,18 per cento, da Finpax - la società degli operatori portuali(ora in pratica acquisita dalla società delle compagnie di crociera) con la stessa quota e dalla Camera di Commercio di Venezia e Rovigo per il 2,6 per cento.

I soci di Vtp, rileva l’Anticorruzione, non sono quindi tutti riconducibili a imprese operati nel Porto (come chiedeva la legge per evitare la gara), perché ci sono anche la finanziaria regionale, la Save e la Camera di Commercio. Dunque il Porto non avrebbe rispettato i requisiti della legge assegnando direttamente i servizi crocieristici a Vtp e sarebbe dovuta andare a gara. La procedura dell’Anac è ancora aperta.

«Ci è stato dato un mese di tempo per le nostre controdeduzioni» spiegano all’Autorità Portuale «ci siamo confrontati in videoconferenza il 10 marzo e il 17 le abbiamo inviate. Veneto Sviluppo non è un istituto bancario, come scrive l’Anticorruzione e Save è comunque una società che opera a stretto contatto con i servizi portuali. Riteniamo che ci fossero quindi le condizioni per l’assegnazione diretta del servizio a Vtp, essendoci anche gli esuberi di personale indicati dalla legge».

Nel mirino dell’Anticorruzione anche l’Apv Investimenti, interamente partecipata dall’Autorità Portuale che gestisce direttamente, anche qui senza gara, diversi servizi connessi al Porto come le aree adibite a parcheggio, la realizzazione e gestione delle reti informatiche, fornendoli a pagamento agli utenti portuali. Una prassi che l’Anac mette in dubbio possa essere svolta da una società “in house” come in questi caso Apv Investimenti, con il Porto che rivendica invece la sua legittimità, essendo servizi strettamente connessi all’attività portuale. Secondo l’Anac, anche la quota dell’uno per cento dell’Autorità Portuale in Apvs, la società che controlla Vtp, dovrebbe essere ceduta perché non avrebbe ragione d’essere.

Si aspetta ora la risposta dell’Anac che, se non riterrà soddisfacenti le giustificazioni del Porto, ora guidato dal commissario Cinzia Zincone, ha due strade davanti a sé. Potrebbe interrompere immediatamente la concessione di Vtp e invitare il Porto a indire una nuova gara per l’assegnazione dei servizi crocieristici. O potrebbe accettare la scadenza naturale del 2024 - spostata al 2025 - per invitare poi a bandire la nuova gara. Quella che sembra ormai sbarrata è la strada di una proroga della concessione a Vtp dopo il 2025, come chiedeva anche la Regione e come si aspettavano le compagnie di crociera.

Se a questo quadro aggiungiamo la recente decisione dei ministri competenti di spostare provvisoriamente lo scalo crocieristico a Marghera, dove alcune compagnie non sono intenzionate ad andare, e di portare le grandi navi fuori della laguna, si capisce come in prospettiva la Marittima rischi di diventare un guscio vuoto, le cui quote in Vtp a Apvs sono state a suo tempo pagate a caro prezzo dalle società crocieristiche pensando di restare qui in pianta stabile.

Ora, con l’intervento dell’Anac, sembra liquefarsi anche la possibilità di gestire ancora per diversi anni lo scalo nella fase transitoria della realizzazione dei nuovi terminal, con la proroga della concessione ormai non più ipotizzabile. —

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