Ex ospedale al Mare il Monoblocco non è più del Demanio Ora si può vendere
Passo in avanti nella complessa procedura dell’operazione Atteso in consiglio comunale l’intero progetto urbanistico
Eugenio Pendolini
D’ora in avanti, il Monoblocco potrà essere venduto. Altro passo in avanti per la vicenda sul recupero dell’ex ospedale al Mare del Lido, sul cui progetto una delle incognite era proprio legata alla cessione del padiglione Rossi (sede del distretto sanitario del Lido) a Cassa depositi e prestiti e al suo abbattimento. Resta ora da capire se e quando l’area farà spazio ai due maxi resort Club Med e Th Resort. Le associazioni cittadine continuano a chiedere garanzie per il distretto sanitario. E sempre in attesa che dal Comune arrivi il via libera alla variante al piano regolatore che, come confermato di recente dall’assessore De Martin, dovrebbe finire in consiglio comunale entro marzo.
Come si legge nella Gazzetta Ufficiale, l’area del Monoblocco è stata “sdemanializzata” e se prima rientrava tra le aree inalienabili del Demanio Marittimo, dal primo di marzo è rientrata nel patrimonio disponibile dello Stato. In sostanza, può ufficialmente essere messa in vendita. Anche se ufficiosamente l’operazione non sembra essere all’ordine del giorno, è fuori di dubbio che la vendita è considerata un aspetto essenziale del progetto. Lo dimostra il blitz in Parlamento tentato poco più di un anno fa con un emendamento alla legge di bilancio. Prevedeva che l’area del Monoblocco fosse sdemanializzata e ceduta a titolo gratuito al Comune di Venezia, «per essere destinate a progetti di riqualificazione e valorizzazione, coinvolgendo soggetti pubblici e privati».
Nel gennaio 2020, un altro tentativo (fallito) era stato fatto dalla Lega. E ora? Come prima cosa, effetto della sdemanializzazione, l’Agenzia del Demanio dovrà trasformare da concessione a locazione il titolo con cui l’Usl 3 occupa ora l’area del Monoblocco per il distretto sanitario del Lido. Una formalità. Poi, starà all’Agenzia bandire una gara per la vendita dell’area il cui valore catastale è stimato intorno ai 50 milioni. L’Agenzia ha anche la facoltà di vendere senza una gara ma al maggior valore economico ricavabile. L’ultima strada percorribile prevede invece un intervento a livello legislativo che renderebbe possibile il passaggio dei beni demaniali disponibili gratuitamente ai Comuni, a patto che le amministrazioni locali ne facciano richiesta. Era quanto previsto dal decreto legge 69 del 2013, già usato anche dal Comune di Venezia in passato, la cui finestra temporale è però scaduta a fine 2016. Nel frattempo, si attende nelle prossime settimane l’approvazione definitiva del Comune alla variante al piano regolatore che segnerà un’ulteriore tappa di avvicinamento alla presentazione da parte di Cassa depositi e prestiti, proprietaria dell’area, del progetto definitivo per le due strutture di lusso di Club Mediterranée e Th Resorts. Con 525 camere complessive, l’area sarà affittata a una somma che si avvicina ai 10 milioni per 15 anni. Ci vorranno almeno tre anni per la realizzazione del complesso, con un budget complessivo stimato da Cdp in 130 milioni e che ora dovrà essere aggiornato anche con la spesa per acquistare l’area del Monoblocco.
Le tappe successive prevedono il piano urbanistico attuativo che dovrà essere approvato sempre dal Comune. Poi alla Soprintendenza spetterà dare il via libera all’operazione. A quel punto, Cassa depositi e prestiti potrà ottenere i permessi di costruire da parte del Comune e il primo atto dovrebbe essere il recupero degli edifici in viale dell’Ospizio marino, dove verrà trasferito il distretto sanitario del Lido, ora ospitato proprio nel Monoblocco. Sul futuro dell’area pende però il ricorso al Tar, che è la vera spada di Damocle sull’operazione, presentato da Italia Nostra contro l’abbattimento di cinque padiglioni. —
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