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Questore in Commissione, l’ira di Zappalorto

Il Prefetto: «Deve essere il Comitato Provinciale nella sua completezza a parlare di sicurezza non i singoli rappresentanti»

C.M.
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«Non spetta certo al Questore andare davanti ad una commissione consigliare a parlare della sicurezza del territorio cittadino o provinciale. Ricordo al Questore Maurizio Masciopinto che c’è un organo, il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica preposto a questo. Prima ci si confronta in questa sede è poi si decide chi parla e come», il Prefetto Vittorio Zappalorto non ha assolutamente gradito la presenza del Questore Masciopinto in commissione consigliare Sicurezza del Comune. Mercoledì il Questore è stato sentito sulla sicurezza di Mestre e del centro storico dai consiglieri. Alla commissione Maurizio Masciopinto ha mostrato un corposo dossier su quindici “focolai di problemi” come li ha chiamati lui davanti ai consiglieri. Quindici spazi e luoghi abbandonati, sia pubblici che privati, che nello stato in cui si trovano diventano un problema perché si sono trasformati in enclave di degrado e piccola criminalità che rappresentano un evidente problema per la gestione della sicurezza in città. L’elenco non è stato reso pubblico dal questore, perché il lavoro della Questura va prima condiviso con il prefetto Zappalorto ha sottolineato lo stesso Masciopinto. «Ricordo che ci sono anche altre forze di polizia che partecipano alla gestione della sicurezza della città e non solo la Polizia di Stato. Il Questore può parlare per quello che fa la polizia e non certo per gli altri - ribadisce Zappalorto -. Mi sono sempre raccomandato che deve essere il Comitato nella sua completezza a parlare ufficialmente di sicurezza non i singoli rappresentanti. Addirittura dico che non è nemmeno il Prefetto ad avere questo ruolo quando si parla davanti ad una commissione Consigliare o in Consiglio Comunale. Ma a quanto pare qualcuno non lo capisce». È la seconda strigliata che il Prefetto Vittorio Zappalorto fa al Questore Maurizio Masciopinto, in pochi mesi. A settembre ci fu il “richiamo” dopo la presa, da parte degli ambientalisti, del deposito Eni di Marghera. Un’azione che fece andare su tutte le furie l’Eni, Confindustria e gli stessi sindacati. Questi avevano sottolineato che la protesta - duecentocinquanta ambientalisti dentro lo stabilimento - messo a rischio la sicurezza dello stabilimento. Il Prefetto Zappalorto dopo aver incontrato Eni e sindacati disse: «Quello che è successo il 12 settembre nello stabilimento Eni è molto grave. Non è ammissibile che 250 persone possano entrare in uno stabilimento classificato Seveso senza che nessuno lo impedisca. Chiederò conto al questore del comportamento della polizia». —



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