Ex ospedale al Mare la variante è pronta per l’ok del Consiglio
eUGENIO pENDOLINIMentre nell’ex ospedale al Mare iniziano i primi lavori di pulizia e bonifica con operai e rulli compressori in azione, la variante al piano regolatore per il progetto dell’ex ospedale al Mare è pronta ad arrivare in consiglio comunale. Dopo i ritardi delle ultime settimane, stavolta la data cerchiata sul calendario è la fine di marzo. Ne è sicuro l’assessore all’urbanistica Massimiliano De Martin. «Abbiamo già ricevuto il parere positivo sulla Valutazione ambientale strategica da parte della Regione. Tutti risolti i rilievi avanzati dagli uffici. Sarà un passo importante per il recupero di un’area fatiscente e per il rilancio del Lido».
Se finora la variante era solo stata adottata, l’approvazione definitiva segnerà una ulteriore tappa di avvicinamento alla presentazione da parte di Cassa depositi e prestiti, proprietaria dell’area, del progetto definitivo per le due strutture di lusso di Club Mediterranée e Th Resorts. L’affitto dell’area alle due strutture si aggira intorno ai 10 milioni di euro per quindici anni; sono previste in tutto 525 camere e un funzionamento del complesso continuativo per almeno 9 mesi all’anno. Ci vorranno almeno tre anni per la realizzazione del complesso, con un budget complessivo di 130 milioni. Le tappe successive prevedono il piano urbanistico attuativo che dovrà essere approvato sempre dal Comune e poi alla Soprintendenza spetterà dare il via libera all’operazione. A quel punto Cdp potrà ottenere i permessi di costruire da parte del Comune e il primo atto dovrebbe essere il recupero degli edifici in viale dell’Ospizio marino, dove verrà trasferito il distretto sanitario del Lido, ora ospitato nel Padiglione Rossi (Monoblocco), comprensivo anche delle piscine sanitarie. Sul futuro dell’area pende il ricorso al Tar, vera spada di Damocle sull’operazione, presentato da Italia Nostra contro l’abbattimento di cinque padiglioni. Entro il 2022, i giudici amministrativi del Veneto si pronunceranno sul merito della questione e sul progetto, che entro quella data dovrà essere completo. Nel mirino dell’associazione era finita l’autorizzazione rilasciata dalla Commissione regionale per il patrimonio culturale del Mibact a Cassa depositi e prestiti per l’abbattimento dei padiglioni Vicenza, Verona, Venezia, Belluno e Orfani di guerra.
Continuano le trattative con il Demanio per la cessione a Cdp del padiglione Rossi, che oggi ospita il distretto sanitario, per poi abbatterlo e spostare in altra zona i servizi sanitari, su cui i cittadini continuano a chiedere garanzie. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori