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Dipendenti in regola Assolti gestori del night

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MUSILE

Al night Le rififi di viale Treviso a Pordenone lavoravano dodici ballerine di lap dance, come “figuranti di sala”, un barista e una banconiera. Intrattenevano gli avventori e ricevevano una percentuale sulle consumazioni di bevande. Nelle stanzette del seminterrato la polizia ha scoperto che venivano offerte invece prestazioni sessuali. Dopo i patteggiamenti per sfruttamento della prostituzione, ai rappresentanti legali delle associazioni che gestivano il club, padre e figlio, la procura ha contestato anche violazioni della normativa che impone al datore di lavoro di effettuare controlli periodici preventivi sui lavoratori dipendenti notturni ogni due anni. Una norma a tutela del lavoratore, in base alla quale il datore deve verificare che non si siano controindicazioni per il lavoro notturno.

Ieri il giudice monocratico Piera Binotto ha assolto da questa accusa padre e figlio, Adriano e Alex Marton di Musile di Piave, 63 e 41 anni, difesi dall’avvocato Pierfrancesco Scatà, perché il fatto non sussiste. La difesa ha portato in aula ispettori e lavoratori a testimoniare. L’avvocato Scatà ha dimostrato che ballerine e banconieri non avevano un rapporto di lavoro di tipo subordinato: mancavano direttive, mansioni, retribuzione e orari di lavoro. Non essendoci il presupposto del reato, non è scattata la violazione della norma. Il legale ha poi aggiunto che, anche qualora fosse stato dimostrato il rapporto di lavoro subordinato, non erano stati rispettati i parametri previsti dalla legge speciale sul lavoro notturno: per rientrare nella categoria bisogna lavorare almeno tre ore a notte (fra le 22 e le 5 del mattino) per 80 giorni l’anno. I testimoni non hanno confermato la sussistenza di tali requisiti. —

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