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Misure troppo blande per limitare lo smog I comitati: «La Procura apra un’inchiesta»

L’esposto delle associazioni ambientaliste finora non ha prodotto alcun atto: «Così una giustizia differenziata»

Gianni Favarato
1 minuto di lettura



Se le leggi a tutela della saluta pubblica valgono a Torino quanto a Venezia, perchè la Procura del capoluogo piemontese, dopo aver preso sul serio un esposto che denunciava la mancanza di misure per contrastare l’inquinamento atmosferico, ha aperto un’inchiesta mentre la magistratura del capoluogo Veneto no lo ha ancora fatto?

Se lo chiedono i cittadini veneziani dei comitati “Quartieri in movimento” e “Rete No inceneritore Fusina” che nel dicembre scorso hanno presentato alla Procura della Repubblica di Venezia un esposto facendo presente ai magistrati inquirenti che «medici e pediatri veneziani e di tutto il mondo dicono che di aria inquinata ci si ammala e muore sempre di più, ma da anni Regione Veneto e Comune di Venezia non prendono i necessari provvedimenti per ridurre le emissioni di polveri sottili che superano abbondantemente i limiti di sicurezza indicati dall’Unione Europea, in primo luogo per bambini, malati e anziani». In effetti, i contenuti e le argomentazioni dell’esposto dei comitati anti-smog veneziani sono in sostanza gli stessi contenuti nell’esposto dei gruppi di cittadini torninesi che ha convinto la magistratura torinese ad aprire un’inchiesta sulle «misure adottate dalla Regione Piemonte per contenere l'inquinamento, e in particolare i valori delle polveri sottili (Pm10), non hanno tenuto conto della vulnerabilità di gruppi sensibili della popolazione, come i bambini, gli anziani e i malati».

A Torino sono stati notificati gli avvisi di garanzia alla sindaca Chiara Appendino, al suo predecessore Piero Fassino, al governatore Alberto Cirio e al precedente presidente Sergio Chiamparino e agli assessori all'Ambiente che si sono succeduti negli anni. Per tutti l'accusa è «inquinamento ambientale» un reato introdotto nell'ordinamento italiano nel 2015 che prevede la reclusione da 2 a 6 anni di carcere e una multa fino a 100 mila euro. «Venezia ha conquistato il secondo posto nella classifica del rapporto “Mal d’Aria” del 2020 di Legambiente, dopo Torino» ricordano i comitati veneziani che hanno presentato l’esposto «per il più altro numero di superamenti del limite giornaliero di concentrazione nell’aria previsto per le polveri sottili, in particolare in via Tagliamento, a ridosso della tangenziale di Mestre».

«Di fronte ad una situazione che si rivelava giorno dopo giorno sempre più drammatica» sottolineano in un comunicato i comitati veneziani «abbiamo assistito ad un totale disinteresse da parte delle istituzioni regionali. L'amministrazione comunale di Venezia ha aggiunto provvedimenti che sono andati nella direzione contraria, come l’abolizione delle Ztl, incentivi all'uso del mezzo privato e le mancate ordinanze per limitare il traffico nonostante i superamenti dei l imiti previsti dalla legge per le concentrazioni del Pm10 nell’aria, avvenuti per più giorni consecutivi e, oltretutto, l'amministrazione comunale e quella regionale hanno approvato il potenziamento dell'inceneritore di Fusina, che aggraverà ancor più l'inquinamento». —

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