Il fenomeno
Tra gli stranieri che più di altri hanno aperto partite Iva a Venezia e provincia, i cinesi la fanno da padrone. Su 57 attività aperte da stranieri da marzo a fine dicembre 2020, ben 42 sono di cittadini cinesi o originari della Cina ma nati in Italia. Questo acquisire, fanno notare alla Guardia di Finanza, non è un fenomeno che riguarda solo Venezia. Anche se qui si nota maggiormente perché le attività sono concentrate come in poche altre realtà. Noi vediamo solo la punta di un iceberg.
Dal calcio (Inter e Milan) alle quote in gruppi strategici, la Cina è dall’inizio del 2014 sempre più presente nell’industria italiana. Fca, Telecom Italia, Enel, Generali e Terna sono solo alcune delle realtà industriali italiane dove le aziende cinesi hanno una partecipazione. Quindi, la presenza sul territorio è solo un aspetto di questa espansione, che gli analisti del ministero dello Sviluppo economico hanno definito “studiata a tavolino dal Partito comunista cinese”.
Tornando al territorio veneziano, delle 890 attività intestate a cinesi presenti in provincia di Venezia, 819 hanno sede tra Mestre e centro storico.
Se una piccola parte di queste sono laboratori di confezione e di pelletterie le altre riguardano il settore commercio legato al turismo. In particolare delle 816 attività veneziane 427 riguardano ristoranti, pizzerie e alberghi.
Infine delle 42 imprese aperte in otto mesi tra marzo e dicembre, 20 sono ristoranti o pizzerie. Tra chi ha aperto, va sottolineato che ci sono parecchie persone che già avevano attività poi chiuse. Si tratta di prestanome e con reati specifici in materia fiscale e fallimentari. —
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