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«Bene i lavori al via in estate Speriamo finiscano in tempo»

Tesserin: grazie al provveditore Zincone, ma l’emergenza è già in autunno E per la Basilica temo l’allungamento dei tempi, dovuto alla burocrazia

Enrico Tantucci
2 minuti di lettura

/ venezia

«Siamo felici che ripartano le procedure per la realizzazione delle barriere di protezione dalle acque alte della Basilica di San Marco e siano grati per questo al provveditore Zincone e a chi ha collaborato a sbloccare il progetto con il placet dei Beni culturali. Ma non possiamo per questo essere tranquilli per la difesa della Basilica, la preoccupazione resta, anche in vista del prossimo autunno».

È garbato ma fermo il primo procuratore di San Marco,Carlo Alberto Tesserin, dopo gli sviluppi annunciati dal provveditore alle opere pubbliche del Triveneto, Cinzia Zincone. Che ha anticipato che la gara per la realizzazione delle barriere protettive di cristallo da distribuire intorno alla Basilica, attesa ormai da circa un anno, ma continuamente rinviata per discussioni prima sul progetto e poi sulle modalità di finanziamento e sui soggetti titolati a svolgere i lavori, sarà avviata con una procedura negoziata, invitando alcune ditte, con l’avvio dei lavori previsto per l’estate.

«Se i lavori fossero stati affidati direttamente alle imprese del Consorzio, come era previsto», osserva Tesserin, «tutto sarebbe stato più rapido. Ammettiamo anche i lavori partano per il primo giugno, ordinando anche le barriere di cristallo che dovranno proteggere la Basilica. Siamo sicuri che finiremo in tempo per l’autunno? Ricordo che per la Basilica i mesi peggiori per le acque alte sono ottobre, novembre e dicembre, ma lo scorso anno l’abbiamo avuta perfino ad agosto. Per questo, nonostante tutto, non possono non essere preoccupato, ricordando anche che la difesa della Basilica dalle alte maree è fondamentale, ma deve ancora avviarsi quella della protezione dell’intera Piazza San Marco, altrettanto indispensabile. Quando il turismo ripartirà, attenuatosi l’effetto Covid, la città deve farsi trovare pronta».

E a proposito di turismo e di riaperture alle visite, il polo marciano non è ripartito nei giorni scorsi come invece i principali musei e centri espositivi cittadini. «Volevamo riaprire il museo marciano e il Campanile, ma non abbiamo potuto» spiega ancora il procuratore di San Marco «perché per la torre campanaria il periodo ha coinciso proprio con quello di manutenzione annuale dell’ascensore che porta alla sommità e non abbiamo potuto rinviarlo. Quanto al museo, stiamo riorganizzando il suo ingresso, invertendo le scale e migliorando tra l’altro anche il bookshop e il nostro obiettivo è dunque quello di riaprire tutto al pubblico dal primo marzo se le disposizioni governative legate all’emergenza coronavirus lo permetteranno. Il nostro desiderio è anche quello di riaprire ai visitatori l’ingresso in Basilica per la visione della Pala d’Oro, ma anche in questo caso dipendiamo da quanto deciderà il Governo. Aggiungo che si tratta comunque di riaperture in perdita, perché la Procuratoria non è istituzione pubblica e non può quindi contare come è avvenuto per i musei comunali e statali per i ristori per il danno subito per la mancanza di visitatori. Per noi riaprire le visite in questo momento è soprattutto un costo, l’anno scorso ci siamo in parte “salvati” con le riaperture nei mesi estivi, ma nonostante questo non appena sarà possibile lo faremo. Perché è indispensabile che tutto il sistema culturale veneziano possa ripartire. Sarebbe un errore imperdonabile quello di farsi trovare, quando i flussi turistici riprenderanno, magari con forza, nelle stesse condizioni di prima, senza avere risolto nessuna delle criticità, a cominciare proprio dall’acqua alta. Perché il Mose, da solo, non può bastare per risolvere tutti i problemi». —

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