Precipita da un soppalco alto sei metri morto sul colpo un operaio di 63 anni
Rosario Fidone abitava a Mira e lavorava per la Franco Gomme a Vigonza. Nessuno si era accorto dell’incidente
giusy andreoli
vigonza
Precipita da sei metri, muore 63enne di Mira. La vittima del tragico infortunio sul lavoro si chiamava Rosario Fidone, da circa 35 anni dipendente della Franco Gomme di via Oslo a Perarolo di Vigonza. La disgrazia è accaduta alle 14.15 nel magazzino deposito dell’azienda, nella parallela via Stoccolma. A Fidone era stato affidato il compito di trasferire a terra grossi faldoni dal soppalco al secondo piano che andava liberato. Usando le scale in ferro era così salito al secondo piano dov’erano accatastati i faldoni e aveva cominciato a collocarli sul ciglio del soppalco per agevolare la successiva operazione di carico su un muletto dotato di piattaforma telescopica che sarebbe arrivato. Sembra che per portare i pesanti faldoni abbia usato un transpaller manuale camminando all’indietro. Cosa sia accaduto esattamente non si sa perché nessuno era presente in quel momento in quel punto del magazzino e nessuno di coloro che si trovavano nel capannone ha sentito urla o tonfi.
A trovare il poveretto a terra già privo di vita sono stati due colleghi che hanno dato immediatamente l’allarme chiamando il 118 e avvisando il responsabile della ditta, l’amministratore delegato Franco De Marchi, che si è precipitato sul posto. Nel giro di pochi minuti sono accorsi un’ambulanza e l’auto medica del Suem, ma per Fidone non c’è stato nulla da fare: era deceduto all’istante.
In via Stoccolma sono arrivati gli ispettori dello Spisal dell’Usl 6 di Camposampiero e una pattuglia dei carabinieri della stazione di Pionca di Vigonza con il comandante Fabrizio Donati. E un’ora dopo anche il fratello e la cognata di Fidone, avvisati dell’accaduto. L’operaio non era sposato e viveva da solo a Mira.
Le ipotesi che hanno formulato ispettori e investigatori è che il poveretto sia arrivato ai bordi del soppalco e sia precipitato: può aver avuto un capogiro oppure aver messo un piede in fallo, ma potrebbe essersi sbilanciato sistemando un faldone. Cadere da un’altezza di oltre sei metri gli è stato fatale e non gli ha dato scampo. Il muletto non è stato trovato sul punto di caduta. Nulla, al momento, è contestato all’amministratore delegato, ma gli ispettori dello Spisal nei prossimi giorni accerteranno le mansioni che svolgeva Fidone alla Franco Gomme e se ciò che faceva ieri vi rientrava. Da chiarire, inoltre, se il soppalco aveva un parapetto e se erano state adottate tutte le misure previste dalla normativa nei casi in cui si sale ai piani. Sotto choc i colleghi di Fidone e lo stesso De Marchi, socio accomandatario della società proprietaria della Franco Gomme. Poca voglia di parlare da parte dei colleghi. Solo uno lo ricorda commosso: «Era una persona buona, sempre disponibile con tutti, solare. Con lui era sempre un buon giorno. Lo conosco da quando sono arrivato qui a lavorare tanti anni fa, la prima persona che ho visto è stato lui». —
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