JESOLO. Jesolo chiama Cortina: «Dobbiamo ripartire assieme». Due stagioni, due ambienti completamente diversi ma segnati indelebilmente dalla pandemia, ormai già dall’anno scorso. Ora il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, si rivolge al collega di Cortina, Gianpietro Ghedina, per unire le forze e anche condividere eventuali strategie e suggerimenti da trasmettere alla Regione e al governo Draghi.
Jesolo e Cortina sono le due località di vacanza più famose in Veneto (esclusa Venezia), e anche le più mondane, dove oltretutto si continua a investire e soprattutto comprare, perché sono tre le poche dove ancora il metro quadro può arrivare a 7 anche 10 mila euro. Ma le restrizioni hanno provocato danni immensi agli operatori del turismo. L’iniziativa di Zoggia si intreccia con quella di Tito Pinton, gestore della discoteca Muretto, il quale ha proposto anche un protocollo di sicurezza da sottoporre alla Regione per riaprire le discoteche dopo le difficoltà della scorsa estate e le incognite della prossima. E Pinton è anche gestore della discoteca Musica di Riccione, con il gruppo Cipriani.
«Allora», prosegue, «al mare come in montagna dobbiamo ragionare su aprire e come. Distanze, mascherine, igienizzazione, prevenzione. E vale anche per le discoteche. Dobbiamo permettere alle attività e al turismo di ripartire e riaprire con dei protocolli che consentano una convivenza con il virus e riteniamo sia possibile farlo. Per questo sto contattando il sindaco di Cortina, come la sindaca di Riccione, per creare una rete».
Jesolo e la costa veneziana sono state invase da centinaia di migliaia di pendolari domenica 14 febbario. I ristoranti hanno lavorato da mezzogiorno fino alle 6, addirittura 2 o 3 turni. «Potevano farci tenere aperto anche la sera», dicono i ristoratori, «era San Valentino, avremmo potuto distribuire meglio i tanti clienti, in questi casi ci vorrebbe più elasticità fermo restando che serve prevenzione e controllo». —
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