Trecento nuove antenne di telefonia a Venezia. Le compagnie preferiscono i campanili
Due anni fa secondo l’Arpav gli impianti nel Veneziano erano 1.156, ma l’aumento delle richieste è costante
Enrico Tantucci
VENEZIA. Sono circa 300 tra nuovi impianti, impianti riconfigurati e aree di ricerca, le antenne di telefonia mobile inserite dal Comune nella nuova mappa delle localizzazioni, predisposta sulla base delle richieste dei gestori telefonici. Uno strumento adottato anche per minimizzare il numero complessivo dei siti utilizzati per le antenne, individuando anche le aree del territorio più idonee alla loro installazione.
Il numero è però in costante crescita e il database dell’Arpav,l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, aggiornato al 2019, segnalava nell’area veneziana la presenza di 1.156 impianti di telefonia mobile.
Ogni sei mesi gli operatori, Telecom, Eolo, Vodafone, Linkem, Wind e Iliad tra quelli elencati, presentano le nuove proposte di antenne che un gruppo di lavoro costituito all’interno del Comune poi vaglia, per decidere quali accettare e quali no, approvando quindi la mappa delle localizzazioni.
Nella città storica molte delle nuove antenne di telefonia mobile vengono posizionati sui campanili delle chiese, cercando appunto luoghi elevati per garantire una migliore trasmissione del segnale. E la città dei campanili viene per questo abbondantemente sfruttata, previ accordi con Curia e parroci.
Un operatore come Iliad ad esempio utilizza per i propri impianti, tra gli altri luoghi, i campanili della chiesa della Fava, dei Tolentini, di San Stae, di Santo Stefano, ma anche la sommità di alberghi veneziani come l’hotel Cavalletto a San Marco.
Telecom-Tim, a sua volta, sfrutta per le sue antenne, campanili come quelli della chiesa delle Zitelle, di San Bartolomeo, di San Pietro di Castello, di San Trovaso, ancora di Santo Stefano e San Stae, di San Giobbe, di Sant’Antonin, di Santa Maria Formosa, dei Gesuiti, di San Pantalon fino a quello della chiesa di San Giorgio Maggiore.
Ma anche edifici come Palazzo Querini Stampalia, Palazzo Balbi, Palazzo Ferro Fini, Ca’ Vendramin Calergi - sede del Casinò - il Padiglione Italia della Biennale.
Il campanile di Sant’Antonin e quello di San Bartolomeo sono utilizzati anche da Vodafone, assieme a quello di San Salvador e di San Giobbe: ma anche qui si utilizzano edifici come Palazzo Balbi o Palazzo Ferro Fini, entrambi sedi della Regione.
Wind infine arriva sino in Piazza San Marco e piazza ampiamente i suoi impianti anche su molti campanili - in parte gli stessi di altri operatori - come quelli delle chiese di San Bartolomeo, di San Pietro di Castello, di san Donato a Murano e San Martino a Burano, di San Trovaso, Sant’Antonin, Santo Stefano.
Ma anche in questo caso gli edifici più alti sono utilizzati per posizionare le antenne, come la sede della Rai di Palazzo Labia, il Padiglione Italia della Biennale, il Garage San Marco a Piazzale Rima, Palazzo Ferro Fini, Palazzo Balbi.
Una “selva” di antenne che continua ad aumentare sulle nostre teste, con una situazione, che, al 2019, l’Arpav segnalava in peggioramento ma non ancora pericolosa per la salute. Ma nel frattempo sono passati altri due anni e le antenne di telefonia mobile continuano ad aumentare ad un ritmo che è sempre più accelerato. —
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