Rocelli e Fracasso comprano a Trieste anche l’area ex Italcementi
I due imprenditori veneziani investono nel Porto giuliano Dopo l’ex Manifattura Tabacchi, controllano 200 mila metri
M.G.
Gli imprenditori veneziani Giovanni Rocelli e Francesco Fracasso hanno perfezionato l’acquisto di un’area a Trieste di 105 mila metri quadrati conosciuta quale ex Italcementi. Appena pochi giorni fa i due imprenditori avevano confermato l’acquisto dell’ex Manifattura Tabacchi, sempre a Trieste.
A questo punto nella zona industriale triestina Rocelli, in buona parte d’intesa con Fracasso, controlla oltre 200 mila metri quadrati: 105 mila ex Italcementi, più di 50 mila ex Manifattura, oltre 50 mila (da solo) dell’ex terminal Italcementi sulla riva nord del Canale navigabile (comprati nel 2017).
Rocelli gestiva a Marghera uno spazio ancor maggiore, 350 mila metri quadrati, nel quadro delle attività portuali multiservice. Ora nei nuovi possedimenti triestini deve incastrare idee e progetti che in parte sono suoi, in parte giungono da imprese triestine e friulane, in parte da pubbliche amministrazioni. Lui manovra con l’holding Gio2, Fracasso con Htm.
Per guarnire l’enormità dell’ex Italcementi il duo Rocelli-Fracasso ha in mente una combinazione logistico-industriale che al momento ha collezionato una decina di progetti da mettere a sistema. «C’è posto per tutti», spiega Rocelli, «in una logica sinergica. Dall’autotrasporto all’investimento eco ambientale. Sto parlando con l’Università per l’utilizzo di tecnologie avanzate, allo stesso tempo sto valutando la collaborazione con la Piattaforma logistica. Proporrò all’Autorità portuale l’opportunità di un “pre-check in” per i camion, così da non imbottigliare gli accessi allo scalo».
«Fino all’aprile 2022, 30 mila metri quadrati resteranno affittati alla Wietersdorfer», prosegue, «ma su 70 mila si può cominciare a lavorare già durante quest’anno». Ha preso contatto anche con le maggiori presenze manifatturiere sul territorio, come Fincantieri e Wärtsilä. Si è relazionato con Parisi e con Petrucco (Icop).
L’imprenditore veneziano, come già aveva detto insieme a Fracasso una decina di giorni fa, ha deciso di puntare su Trieste, perché vede il suo «Veneto un po’ sulle ginocchia». Svicola sulle domande che riguardano denari e tempistiche, ma lancia un forte messaggio sul piano occupazionale: «Abbiamo la possibilità, sommando le iniziative attivabili nell’area, di creare un migliaio di posti di lavoro».
Rocelli si metterà in azione anche sul versante istituzionale. Preferisce coinvolgere e condividere, per non pestare piedi in una realtà suscettibile come quella triestina: «Vorrei coordinare le mie proposte con Comune, Regione, Autorità». Anche perché il “campionario” consente di giostrare più opzioni: per esempio, l’ex Manifattura Tabacchi interessa al Comune per allestirvi i mercati del pesce e dell’ortofrutta.
L’altra area ex Italcementi, la prima che Rocelli acquistò nella parte nord del Canale vicino al termo valorizzatore Hera, è un po’ da reinventare, perché la prima ipotesi, quella dell’impianto per ripulire le acque inquinate da idrocarburi, è tramontata causa la lunghezza degli iter amministrativi. «La nuova idea», rilancia l’imprenditore, «è quella di creare in questo sito “Trieste green terminal”, incrociando iniziative marittime ed eco ambientali». —
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