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Fine pena, esce dal carcere a 43 anni ma è contagiato, «Genitori ottantenni, ora dove vado?»

L’ex detenuto è senza un posto dove poter trascorrere il periodo di isolamento. Il legale: «Situazione complessa». A Santa Maria maggiore 50 positivi

Carlo Mion
2 minuti di lettura
Il carcere di Santa Maria Maggiore 

VENEZIA. Esce questa mattina dal carcere di Santa Maria Maggiore per fine pena. Dalla reclusione dovrebbe passare alla quarantena perché contagiato dal Covid.

Ma non sa dove andare e nessuno, a quanto pare, si preoccupa per lui e anche per le persone con le quali verrà a contatto. Lui è un ex detenuto veneziano di 43 anni. Era in carcere per scontare una pena seguita alla condanna rimediata a una serie di furti che aveva commesso.

In carcere è stato contagiato dal virus. È asintomatico ma anche il tampone di due giorni fa è risultato positivo. Nonostante questo viene messo in libertà senza che qualcuno lo prenda in carico. Ha cercato di parlare con la direttrice del carcere, poi con qualche responsabile sanitario, ma è stato tutto vano.

Sabato mattina ha avvisato, della situazione, il suo legale l’avvocato Marco Zanchi. Ma anche quest’ultimo non è riuscito a cavare un ragno dal buco. Tutti rimandano ad altri. L’uomo che risiede con i genitori non può tornare a casa. Entrambi sono ultra ottantenni, sarebbe come condannarli ad essere contagiati con i rischi che conosciamo.

E poi chi lo porterebbe a casa contagiato? Lui in tasca ha 200 euro è disposto anche andare per qualche giorno in quale hotel. Ma dice: «Quindi mi presento all’hotel dicendo sono appena uscito dal carcere e sono positivo al Covid. Immagino che mi prendano a braccia aperte».

La situazione è complessa e c’è il rischio che l’uomo si renda protagonista di una protesta clamorosa. Da una parte ci sono le carceri venete sovraffollate. Anche lo scorso anno in seguito al Covid c’è stato un calo nel trend di crescita. Come si legge nella relazione del Presidente della Corte d’Appello all’inaugurazione dell’Anno giudiziario: «Al 30 giugno 2020, a fronte di una capienza regolamentare di 1919 detenuti erano presenti nelle carceri venete 2.251 detenuti.

Le presenze a tale data risultano inferiori rispetto a quelle registrate alla stessa data dell’anno scorso (pari a numero 2.432), ma detta riduzione è ascrivibile ad una situazione contingente ed eccezionale collega al Covid. Tutti gli Istituti comunque segnalano una presenza di detenuti superiore a quella regolamentare, con la sola eccezione delle Case circondariali di Belluno e di Padova e della Casa di Reclusione femminile di Venezia. In particolare, significative sono le percentuali di sovraffollamento delle Case Circondariali di Vicenza e di Venezia e della Casa di reclusione di Padova».

In questo momento nel carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia a fronte di una capienza regolamentare di 159 detenuti, lo scorso anno al 30 giugno erano presenti 241 carcerati, scesi poi a 403. Di questi una cinquantina sono stati contagiati. Ed è stata un’impresa trovare degli spazi per garantire la quarantena a questi detenuti ed evitare ulteriori contagi. Non solo tra carcerati, ma anche del personale della polizia penitenziaria e di quello assistenziale. —

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