Recovery Plan per Venezia e la Città metropolitana, scoppia il caso
Protesta il Pd: «Piano da 3,8 miliardi senza confronto, da novembre chiediamo di poterlo vedere». Gasparinetti e Bettin avviano le firme per un consiglio straordinario. Brugnaro: «E' solo un libro dei sogni, per ora»
Francesco Furlan
VENEZIA. Un piano da 3,8 miliardi, che riguarda Comune e Città metropolitana, gestito dal sindaco e dal suo staff senza confronto con il consiglio comunale, il consiglio metropolitano e i rappresentanti delle categorie. Il Recovery Plan per Venezia e l’area metropolitana pubblicato dalla Nuova ha acceso la polemica con l’opposizione, e creato qualche mal di pancia anche in maggioranza. Perché a gestirlo è stato il sindaco. Senza renderlo mai pubblico.
Il motivo lo ha spiegato lui stesso nell’ultimo consiglio metropolitano. «È un libro dei sogni, prima di renderlo pubblico e di illudere i cittadini bisogna capire cosa si può fare e cosa no».
Il piano però segna una direzione. Che, osservano dall’opposizione, non è stata condivisa. «Il Recovery plan può essere lo strumento capace di far ripartire l’economia veneziana, della città e del territorio metropolitano, oggi in pesante difficoltà», osserva il gruppo consiliare del Pd, «serve una nuova idea di città, che punti su grandi progetti di sostenibilità ambientale e produttiva, di rivoluzione verde e transizione ecologica. Ma cosa sa la città del piano presentato dal sindaco? Cosa è stato condiviso e discusso?».
È da novembre che i consiglieri attendono una risposta a un’interrogazione presentata al sindaco. «È evidente che il sindaco consideri il confronto solo una perdita di tempo. Lo abbiamo constatato più volte anche in consiglio comunale. Ma non è pensabile governare una città complessa come Venezia, per di più nella sua dimensione metropolitana, senza discutere con la città. Apriremo, dunque, noi un confronto con le forze produttive e sociali, della cultura e del lavoro per arrivare ad una proposta condivisa».
I gruppi Terra e Acqua (Gasparinetti) e Verde progressista (Bettin) hanno raccolto le firme per un consiglio comunale straordinario proprio sul Recovery Plan, oggi presenteranno la richiesta. «È impensabile che non ci sia stato un confronto». «Come gruppi consiliari, ribadiamo l’importanza di non perdere un’occasione unica e irripetibile per gettare le basi di uno sviluppo vero, sostenibile, rispettoso dell’ambiente, generatore di innovazione e di posti di lavoro qualificati».
«Nel merito delle scelte operate», aggiungono, «colpisce invece la totale assenza di proposte in una delle missioni centrali che sono state definite a livello europeo e che nel Piano nazionale occupa addirittura il primo posto: ci riferiamo a “Digitalizzazione, innovazione, competitività, Cultura”. Andrea Ferrazzi, senatore Pd, evidenza come il piano metropolitano preveda «progetti quasi esclusivamente legati al Comune di Venezia». «Come sono stati coinvolti gli altri sindaci?», si chiede Ferrazzi, «Brugnaro cambi metodo di lavoro».
Tra gli interventi previsti dal piano ci sono, 98 milioni per la sviluppo del sistema metropolitano di superficie (con una nuova fermata a San Giuliano), 350 milioni per il nuovo terminal per le crociere (canale industriale Nord lato Nord) di Porto Marghera, 280 per la Cittadella dello Sport a Tessera, 400 per riqualificare l’edilizia residenziale pubblica. —
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