Le imprese artigiane resistono alla crisi economica sanitaria
In un anno soltanto nove imprese in meno su oltre duemila del mandamento Il presidente Martin: «Crescita lieve ma serve una condivisione tra le categorie»
Rosario Padovano
PORTOGRUARO
Le imprese artigiane resistono alla crisi economica provocata dal Covid. Rispetto al 2019 c’è un deficit di appena 9 aziende. Lo si apprende dal Bilancio Imprese 2020 di Confartigianato Imprese Veneto Orientale reso noto ieri. Nel 2020 le aziende attive sono state 2.352, mentre nel 2019 erano 2.361. Certamente i numeri negli ultimi 5 anni sono in flessione, visto che nel 2015 le imprese attive erano 2.509. Queste le differenze nei territori: tAnnone Veneto (+0,8%), Caorle (+2,8%, 8 in più), Cinto Caomaggiore (+1,1%) e Concordia (+1,4%) hanno visto crescere le attività artigiane, mentre gli altri comuni hanno registrato un calo contenuto: Portogruaro ha perso 4 imprese, San Michele 3, mentre il calo più consistente è a San Stino con 7 imprese artigiane in meno.
Dal punto di vista dei settori, globalmente hanno avuto la meglio le costruzioni, con un incremento di imprese totali di 17 unità (+1,2%), delle quali artigiane +1,8%; e le attività immobiliari, con la crescita di ben 15 aziende (+2,9%). Bilancio in perdita invece nell’ambito dell’agricoltura, che ha subito una diminuzione totale di 15 attività (-0,9%), delle quali tre sono artigiane (-6,1%); e in calo nelle attività manifatturiere, con un decremento del -2%, 13 delle quali artigiane (-3,4%).
«I numeri ci parlano di una crescita lieve»,commenta Siro Martin, presidente di Confartigianato Imprese Veneto Orientale, «ma il mondo dell’artigianato continua a fare i conti con delle difficoltà, appesantite nel 2020 anche dall’emergenza sanitaria. Vi è una grande necessità di riaffermare il ruolo dell’artigianato e delle micro e piccole imprese, con la tutela e lo sviluppo delle loro risorse imprenditoriali e finanziarie. La pandemia ha dimostrato che l’economia deve trovare una forma di condivisione tra artigianato, turismo, commercio, servizi pubblici e residenzialità, ripristinando tutti i servizi di prossimità quali uffici pubblici, tribunali, nidi per l’infanzia e rafforzando il distretto scolastico e le università. Un fattore trainante da qui ai prossimi mesi può essere rappresentato dall'Ecobonus, ma sono troppe le incertezze, a cominciare dalla burocrazia e la totale assunzione di responsabilità finanziaria, che fa storcere il naso in primis alle imprese e ai tecnici che con loro operano». —
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