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L’arma della Giurisprudenza predittiva per ridurre le cause prive di successo

CAUSE CIVILI, IL PROGETTO DI CA’ FOSCARI

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Si chiama “giurisprudenza predittiva” e promette di essere in grado di annunciare l’esito di un processo civile. Possibile? Per la presidente della Corte d’Appello Ines Maria Luisa Marini - che la sostiene fortemente - sarà lo strumento «per disincentivare le cause con scarsa possibilità di successo». Ma è possibile affidare a una “macchina” una decisione tanto delicata? Sì, per Ca’ Foscari, che vi sta lavorando con il suo Centro di Studi Giuridici di Economia, che ha raccolto e commentato centinaia di sentenze della Corte e di tutti i tribunali del Veneto del 2018 e 2019. Ne è nata una banca dati a disposizione di magistrati, avvocati, consulenti, imprese. Il dipartimento di intelligenza artificiale di Deloitte sta ora realizzando il programma per consentire - tramite la ricerca per parole chiave - di “predire” la sentenza. «La giurisprudenza predittiva sta per diventare una realtà», ne è certo il professor Adalberto Perulli, «un cambiamento radicale nell’approccio alla giurisprudenza. Grazie ad un impiego accorto dell'intelligenza artificiale: sono gli orientamenti dei giudici a dare le informazioni al sistema». Scettico il presidente del Consiglio degli avvocati, Giuseppe Sacco che pur sostenendo l’idea - ricordando le molte collaborazioni con gli Uffici giudiziari per agevolare le procedure, offrendo uomini e mezzi, ma anche le difficoltà di molti colleghi, dopo l’abolizione dei minimi tabellari - la vede come «obiettivo irraggiungibile per l’attuale macchina giustizia. Per le infinite variabili nella costante opera di interpretazione delle norme da parte dei giudici e i molti interventi della Cassazione di segno opposto». —



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