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Boom di richieste d’aiuto alle mafie, è allarme

«Sempre più cittadini e imprenditori si rivolgono alle organizzazioni criminali». Cause penali in lieve rialzo, calo per il civile

roberta de rossi
1 minuto di lettura

L’omertà e la complicità della porta accanto: «Mi preoccupa che un numero crescente di cittadini e imprenditori veneti si rivolga volontariamente alle organizzazioni criminali mafiose presenti sul territorio per risolvere dissidi privati, problemi di accesso al credito, in alternativa alle istituzioni dello Stato. Organizzazioni che continuano ad essere dedite a traffico d’armi, droga, estorsioni, incendi, rapine. Mi conforta che la magistratura sia sollecita nel perseguirli, ma mi preoccupa molto che spontaneamente ci siano questi atteggiamenti». Così il procuratore generale Giancarlo Buonocore, ieri, all’apertura dell’anno giudiziario, ricordando come sia raddoppiato il numero dei fascicoli per 416 bis presso la Dda del Veneto.

Cerimonia, quella di ieri, in diretta streaming causa Covid. Padrona di casa, la presidente della Corte d’Appello Ines Maria Luisa Marini che - alla vigilia della pensione - dopo aver ricordato come il «Covid si sia abbattuto come uno tsunami sulla vita di tutti gli uffici del distretto, con rinvii di procedimenti fino al 90% nella prima ondata», ha però aggiunto come siano più «le luci che le ombre», guardando ai dati degli ultimi quattro anni.

In netta diminuzione le pendenze nel settore civile (-31,3%) e del lavoro (-11,6%), lieve aumento (3,5%) per il penale. Scesa a due anni la durata media dei processi civili d’appello (240 giorni in meno rispetto al 2017). Non così per il penale, dove l’emergenza Covid si è fatta più sentire con i rinvii.

Il processo telematico è infatti decollato nel settore civile nel distretto veneto, non ancora in quello penale, dove la durata media di un processo d’appello è ora 1220 giorni (ma erano 1359 nel 2016). Ma quanti casi finiscono in un nulla, prescritti? Uno su tre, il 37,3%: nel 2015/2016 erano oltre uno su due. E quanto variano i giudizi tra primo, secondo grado, Cassazione? La Corte d’Appello conferma le sentenze dei Tribunali per il 61% dei casi civili e per oltre il 69% dei penali. Decisioni che reggono in Cassazione nel 69% nel civile e l’82% nel penale. Resta un grave handicap, denunciato una volta di più dalla presidente Marini: piante organiche già sottodimensionate per il Veneto e per di più “a secco”. Se la scopertura media di magistrati è del 10-15%, addirittura del 40% è quella del personale amministrativo. Nei Tribunali la media è -25%.

Quanto al Covid ha segnato anche il settore dei reati. «Si tratta di un aspetto di particolare delicatezza: le Procure segnalano l’esistenza di denunce», osserva il Pg Buonocore, «per doglianze di congiunti di persone decedute in conseguenza di sindrome da covid-19. Tutti i procuratori hanno “attenzionato” il fenomeno così da verificare i profili di eventuale responsabilità colposa».



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