Ex ospedale al Mare, avanti a ritmo lento per il resort di lusso
Tutti decisi sull’operazione firmata Cdp-Club Mediterranée e Tt Resort, ma non si sblocca la trattativa con il Demanio sul monoblocco per acquisirlo e abbatterlo
Enrico Tantucci
LIDO DI VENEZIA. Avanti, ma senza fretta. È un andamento lento quello del progetto di rilancio turistico-alberghiero proposto da Cassa Depositi e Prestiti con Club Mediterranéè e Th Resorts, per trasformarlo in un doppio resort di lusso, con spiaggia, piscine, servizi e anche la nuova Scuola di Ospitalità per la formazione di manager alberghieri. Un progetto che tutti vogliono portare avanti, nonostante il Covid, ma che ha ancora molta strada da fare.
Il via libera di Ca’ Foscari al nuovo corso di laurea in Hospitality che lo affiancherà, è sicuramente un passo avanti. Ma molti altri ancora sono da fare. Già il pronunciamento atteso per oggi dal Tar del Veneto sul ricorso presentato da Italia Nostra contro l’abbattimento di cinque padiglioni ex sanitari vincolati - autorizzato dal Ministero dei Beni Culturali - è un passaggio delicato. Perché, dal punto di vista di Cassa Depositi, la demolizione di quei padiglioni è essenziale per la realizzazione del progetto, per garantirne la sostenibilità economica.
Ma, nel frattempo, non si è ancora sbloccata un’altra partita molto delicata della vicenda: quella che riguarda l’acquisizione dal Demanio da parte di Cassa Depositi del Padiglione Rossi - il cosiddetto Monoblocco, che ospita il Distretto sanitario lidense - e dei terreni su cui sorge. Per poi abbatterlo, sfruttare gli spazi per i servizi dello stabilimento balneare che verrà realizzato per gli ospiti dei nuovi hotels e traferire in altra parte del complesso dell’Ospedale al Mare, in via dell’Ospizio Marino, i servizi sanitari con le piscine fisioterapiche.
Ma anche in questo caso, nonostante vada avanti ormai da circa un anno, la trattativa tra Cassa Depositi e Demanio è ancora ferma e non si sblocca. I motivi anche in questo caso sarebbero economici. Il Demanio non può e non vuole “regalare” Il Monoblocco alla società controllata dal Ministero dell’Economia, che d’altra parte ha precisi limiti di budget. Non può pagarlo troppo, perché, ancora una volta, salterebbe la sostenibilità economica di tutta l’operazione. Per questo si prende ancora tempo.
Inoltre non è stato ancora presentato da Cassa Depositi il progetto definitivo dell’intervento. Perché il Comune ha sì adottato la variante urbanistica che lo prevede. Ma non l’ha ancora approvata, con tutte le osservazioni. L’impegno sarebbe quello di approvare la Variante in breve tempo, entro il mese di febbraio. Ma fino a quando questo non avverrà, Cassa Depositi non potrà ultimare il suo progetto, per essere sicura di realizzarlo in base alle sue intenzioni. Per questo, allo stato attuale, non è ancora possibile formulare una previsione attendibile su quando potranno effettivamente partire i lavori per la realizzazione del nuovo complesso alberghiero.
Anche sugli aspetti sanitarie e sulla garanzia del mantenimento delle strutture attuali si è concentrato il dibattito, in particolare per l’”assenza” in questa prima fase del progetto dell’azienda sanitaria dell’Usl 3. Su questo punto insistono le associazioni ambientaliste del Lido, Italia Nostra la stessa Municipalità. La linea della Giunta e della maggioranza è che già la convenzione sottoscritta da Regione e Comune con Cassa Depositi e Prestiti prevede il mantenimento e anzi il miglioramento dei servizi sanitari. —
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