Meolo, il paese simbolo della crisi Un residente su sei non ce la fa
Sono 350 i nuclei familiari che hanno chiesto aiuto al Comune per spesa, bollette e affitti
G. MO.
il caso
La dimensione della crisi sta nei numeri. Da febbraio a oggi sono oltre 350 i nuclei familiari assistiti dai servizi sociali del Comune di Meolo. Il che significa quasi un migliaio di persone in un paese che conta circa 6.500 anime. Come dire che un sesto di che vive in paese ha avuto bisogno, in questi mesi di pandemia, di un sostegno da parte dell’amministrazione comunale per andare avanti. Numeri che spaventano. Ma che fanno anche pensare.
Il bilancio dell’attività è stato tracciato in Consiglio comunale, dall’assessore alle politiche sociali Daniela Peruffo. Il quadro che ne esce non può che preoccupare gli amministratori, ma non solo loro. Anche perché gli altri Comuni del Basso Piave non stanno meglio. Basti vedere la fila di persone che ogni giorno si mettono in coda all’Emporio Solidale di San Donà per chiedere un aiuto per la spesa.
Tuttavia numeri così importanti in un paese finora ricco come Meolo (importante centro agricolo, ma anche produttivo) fanno pensare a quanto la pandemia stia incidendo. Certo, tra quelle assistite, ci sono anche le famiglie che hanno dovuto fare i conti con il Covid (170 in isolamento o quarantena, un centinaio in isolamento fiduciario), le quali hanno avuto bisogno del sostegno dei Servizi sociali per spesa e farmaci.
Ma la fetta più consistente è composta da famiglie in difficoltà economica. Ecco qualche dato, iniziando dalle 136 famiglie beneficiarie del primo sostegno alimentare finanziato dallo Stato: i famosi buoni spesa, per cui ora il Comune sta pubblicando un nuovo bando.
Venti famiglie hanno ottenuto denaro dal fondo proveniente dalle donazioni nel conto corrente istituito dal Comune per sostenere il pagamento delle utenze domestiche. Un altro centinaio di famiglie è stato aiutato con 760 borse alimentari, con prodotti raccolti attraverso il carrello solidale istituito presso i supermercati locali. E ancora, tanti nuclei familiari sono stati seguiti per problemi di emergenza abitativa oppure hanno chiesto un contributo per la riduzione delle bollette dell’acqua (49 famiglie), della luce o del gas (101 famiglie, senza dimenticare i 33 nuclei familiari che percepiscono pensione o reddito di cittadinanza.
L’assessore Peruffo ha ringraziato i Servizi sociali per l’attività svolta. Un’enorme mole di lavoro che, viene spiegato, è impossibile paragonare rispetto a quella del passato, visto che la situazione attuale è radicalmente diversa da quella dell’anno scorso. Ora a rivolgersi ai Servizi sociali sono persone e famiglie i cui componenti hanno perso il lavoro, agenti di commercio, piccoli imprenditori e partite Iva che hanno visto interrompersi la loro attività causa Covid. «Grazie a tutte le persone che continuano a donare per chi si trova in difficoltà», ha concluso Peruffo. —
G. MO.
I commenti dei lettori