In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Ventotto vittime in 24 ore nel Veneziano, un focolaio a Villa Pisani

Case di riposo, nuovi contagi alla Casson di Chioggia. Si attendono i vaccini. Mira dice addio a Neva Brigo, 72 anni, era nel comitato di Oriago in fiore

2 minuti di lettura

VENEZIA. In questa corsa a perdifiato che ci vede impegnati da mesi, il rischio più grande è di dimenticare che i numeri aiutano a raccontare. Ma dietro ognuno di questi c’è un nome, c’è una persona, con i suoi affetti, la sua quotidianità, i suoi desideri. Premessa necessaria per raccontare l’ennesima giornata terribile per la diffusione del virus nel Veneziano, con la registrazione ieri del nuovo record di vittime: 28, con un ritmo superiore al decesso all’ora.

Una cifra che si concilia tristemente con i 17 posti letto liberatisi, 10 solo in Rianimazione, tra gli ospedali della provincia. Perché spesso l’alleggerimento dei reparti non è dovuto alle dimissioni, bensì alla morte dei pazienti.

Lo dimostra, con la forza delle immagini, il concilio funebre all’esterno dell’obitorio dell’ospedale di Mestre. Per individuare un anno tanto funesto è necessario tornare molto indietro nel tempo. Le morti per Covid si contano, giorno dopo giorno, a ritmi elevatissimi.

Senza considerare la sospensione dei funerali dal 24 al 26 dicembre. Anche per questo le salme sono state disposte nella sala del commiato, riconvertita per far fronte alla pressione. Intanto i carri funebri attendono all’esterno, in un rito quotidiano.

Martedì l’andamento del contagio nel Veneziano ha subito l’ennesima sferzata, con 414 nuovi casi, che conducono a 12.311 positivi. Tra i più recenti, tre dipendenti e due operai di Villa Pisani. A spiegare l’accaduto è il direttore del Polo museale veneto, Daniele Ferrara: «Erano in corso i controlli sui presidi antincendio della villa. Il direttore e un tecnico seguivano un manutentore ciascuno, a distanza e con i dpi. Tutti i dipendenti indossavano i dpi. È in corso la sanificazione degli ambienti e tutto si è svolto secondo i protocolli».

È in disaccordo Massimo Grella di Cisl, che lamenta «la mancata applicazione dei protocolli e la scarsa informazione filtrata al personale». Aggiungendo: «La direttrice della Villa ha probabilmente gestito con superficialità il tutto, facendo rimanere a lavoro una dipendente con evidenti sintomi influenzali poi positiva». Risponde Ferrara: «La dipendente ha avvertito dei sintomi intorno alle 13.30 e poco dopo è andata a casa».

Tornando alla provincia, i ricoveri attuali sono 582, di cui 58 in rianimazione. Intanto ieri scadeva il termine entro cui le Usl dovevano trasmettere alla Regione la riorganizzazione dei posti letto negli ospedali. Con l’occupazione per Covid del 70% dei posti letto previsti, è già scattata la Fase 5B, con un potenziale, da attivare solo se sarà necessario, di 859 posti letto di area medica e 156 di terapia intensiva.

Quanto alle case di riposo, martedì l’Usl 3 ha incontrato i direttori delle Rsa, chiedendo loro di predisporre i piani per la vaccinazione, raccogliendo consensi e dissensi, individuando una finestra temporale entro cui eseguire i vaccini. Rimanendo nello stesso ambito, ieri si sono registrati dei nuovi contagi alla Casson di Chioggia. Undici positività ai test rapidi, in attesa dei molecolari: 6 ospiti, 2 Oss, un infermiere e 3 lavoratori. «Per l’esecuzione dei vaccini nelle Rsa servirà personale, per sostenere strutture che autonomamente non possono garantire tutte le attività» commenta Daniele Giordano di Cgil.

Tra le vittime anche Neva Brigo, 72 anni, di Oriago. Casalinga e volontaria in parrocchia, era nel comitato di “Oriago in Fiore”. «Mia moglie», spiega il marito Pino, «era stata ricoverata per problemi polmonari non legati al covid, a Mirano. Dopo 4 tamponi negativi una settimana fa è risultata positiva». Trasferita a Dolo, è morta lunedì. Lascia il marito Pino le figlie Elita ed Elena. Oggi alle 15 i funerali a Oriago. —




 

I commenti dei lettori